Lo scorso 17 dicembre nelle pagine della Gazzetta Europea è stato pubblicato l’atteso bando ADM 2025 relativo alle concessioni per il regolare esercizio del gioco a distanza in Italia.
La procedura fa riferimento in modo specifico al gioco online, come da articolo 6 del decreto legislativo 41 datato 25 marzo 2024. Il concorso è parte di un iter obbligatorio per tutti gli operatori che desiderano offrire legalmente questa tipologia di servizi nel nostro territorio.
La partecipazione al bando di concorso ADM è indispensabile per chi vuole ottenere nei prossimi anni le opportune licenze di settore e aderire ai protocolli di regolamentazione nazionale.
La proroga tecnica del bando
Dopo la pubblicazione del bando di concorso ADM, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha reso nota una proroga tecnica delle attuali concessioni. Gli operatori che hanno aderito al provvedimento, presentando domanda entro e non oltre il 27 dicembre 2024, restano così in possesso delle licenze per il gioco a distanza fino al 17 settembre del 2025.
In questo modo, i gruppi a oggi operativi nel mercato del gambling italiano possono continuare a offrire i loro servizi in regime transitorio e a svolgere l’attività commerciale fino all’attribuzione definitiva delle future concessioni. La proroga è stata promulgata al fine di mantenere costante il gettito erariale derivante dal gioco pubblico e per evitare discontinuità nel settore, così da tutelare anche l’attività dei consumatori nei siti online a oggi attivi.
L’estensione delle concessioni si inserisce in un quadro normativo regolamentato dal Codice dei Contratti Pubblici e obbliga coloro che hanno aderito a versare un compenso in due rate con decorrenza 15 febbraio e 15 luglio 2025.
Le principali modifiche del bando concorso ADM
A seguito di numerose segnalazioni pervenute da operatori esteri, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha inoltre modificato il bando, proponendo diverse variazioni riguardanti le documentazioni di gara e le relative norme amministrative da ottemperare.
Queste rettifiche alle disposizioni originarie consentiranno di ampliare i margini di partecipazione anche a tutti quei soggetti esteri non aventi sede legale nel territorio italiano, al contrario di quanto fino a ora previsto dalle direttive degli anni passati.
Le vecchie disposizioni sono state infatti valutate come potenziali restrizioni in riferimento alla libertà di circolazione ed erogazione dei servizi e considerate in contrasto con quanto previsto dagli articoli n. 49 e n. 56 del “Trattato di funzionamento dell’Unione Europea”.
Alla luce delle variazioni introdotte, i soggetti interessati a partecipare al bando ADM 2025 non avranno dunque l’obbligo di istituire una sede secondaria in Italia, fino a questo momento necessaria ai fini del riconoscimento di un domicilio fiscale.
Oltre a tale rettifica, leggibile nel paragrafo 5.2, sono state apportate anche altre significative correzioni al documento. Nel punto punto n. 2 nel paragrafo 9.1 è stata eliminata una parte di testo riguardante le certificazioni aziendali sulla parità di genere, sulle quali adesso non vige più alcun obbligo di presentazione.
Novità anche in merito ai piani degli investimenti che gli operatori devono presentare. Sempre al paragrafo 9.1, ma al punto n.4, si nota l’aggiunta di una dicitura che restringe le indicazioni generali a “ogni singola concessione richiesta”, in virtù del fatto che ogni operatore partecipante al bando di concorso ADM può far domanda anche per più autorizzazioni (fino a un massimo di 5).
La locuzione si trova anche al punto 10.1, in riferimento alle garanzie provvisorie (fissate in un limite minimo di 750.000€) che i soggetti devono presentare.
I cambiamenti, ovviamente firmati dal Direttore Mario Lollobrigida, non vengono indicati come strutturali e, come tali, non hanno obbligato l’ente a rinnovare la pubblicazione effettiva sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. La determinazione di rettifica è stata dunque divulgata solo sulla piattaforma istituzionale online dell’Agenzia Dogane e Monopoli.
I ricorsi dei concessionari
Se è vero che alcune modifiche apportate al bando ADM concessione per i giochi a distanza sembrano positive, altre variazioni al testo si sono rivelate piuttosto problematiche e rischiano di far saltare i piani di riordino del settore approvati dal Governo Meloni.
L’indicazione più discussa riguarda certamente (ma non solo) l’aumento della corrisposta da versare per il pagamento della singola licenza, passata da 250 mila euro a ben 7 milioni di euro.
Il vertiginoso e repentino innalzamento della quota ha portato ben 14 soggetti richiedenti a presentare un ricorso legale presso il Tar del Lazio e a chiedere all’organo di competenza l’interruzione del bando ADM 2025.
Gli operatori coinvolti in questa istanza apparterrebbero al gruppo sloveno Hit Nova Gorica e all’associazione Cigo, acronimo di Concessionari italiani gioco online. Tra i nomi più in vista rientra a pieno titolo Betpremium.
Come detto, il punto del bando di concorso emesso dall’Agenzia Dogane e Monopoli maggiormente critico è quello riguardante il proibitivo costo della licenza, ma desta perplessità anche il numero massimo di 5 concessioni ottenibili da un singolo operatore.
Tali disposizioni, secondo le aziende che hanno optato per le vie legali, metterebbero in discussione il libero scambio, finendo per favorire un oligopolio composto principalmente da grossi gruppi imprenditoriali.
I ricorrenti fanno dunque leva sui nuovi oneri imposti da ADM in quanto, a loro modo di vedere, avrebbero conseguenze discriminatorie nei confronti dei piccoli e medi operatori del settore. Rimostranze comprensibili e per certi versi anche logiche che potrebbero però portare alla sospensione del bando.
Nella seduta dello scorso 29 gennaio, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha già fissato al 7 maggio 2025 la data ultima riguardante l’esito dei suddetti ricorsi.
Nel caso in cui il Tar dovesse respingere le istanze presentate dagli operatori, la validità del bando di gara verrebbe confermata e ciò consentirebbe di portare a termine senza più ostacoli il riordino del settore gioco online.
In questa circostanza, la scadenza per la partecipazione al suddetto bando resterebbe dunque al 31 maggio 2025 e ciò determinerebbe una sensibile diminuzione del numero di operatori, che passerebbero dagli attuali 90 a circa 50.
In alternativa, se i ricorsi venissero accettati anche in modo parziale, le tempistiche relative al riassetto del mercato d’azzardo andrebbero ulteriormente allungate e si riterrebbe necessaria un’altra proroga tecnica per le licenze attualmente in uso.
Tutto ciò avrebbe conseguenze certamente negative sia per il Governo che per l’Agenzia Dogane e Monopoli, i quali si troverebbero costretti a rinunciare a ben 300 milioni di euro di introito, ovvero al totale dell’incasso stimato per l’erogazione delle concessioni.