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"Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio" diceva Albert Camus. E se è altrettanto vero che gli italiani sono un popolo di tifosi, muniamoci di sciarpe e bandiere e andiamo tutti insieme allo stadio. Perché cosa sarebbe una squadra di calcio senza i suoi tifosi? E ora che gli stadi hanno finalmente riaperto le loro porte, prepariamoci a gridare a squarciagola tifando la nostra squadra del cuore. Per i più appassionati: non dimenticatevi di selezionare su questa pagina i migliori bookmaker Serie A.
Dalle vacanze su una spiaggia tropicale a una ricetta ben riuscita, dall'intrattenimento casalingo agli auguri di compleanno, siamo costantemente incollati allo schermo del telefono a pubblicare qualcosa sui nostri profili social. Secondo le ultime statistiche pubblicate da NapoleonCat relative a dicembre 2022, il 70.4% degli italiani ha un profilo Facebook e il 47.7% ha un profilo Instagram. Chiaramente, stando a queste percentuali, imbattersi nei nostri parenti è più che probabile. Ma se non volessimo gli occhi della zia o del nonno a controllare il nostro profilo? E se ci taggassero incessantemente nei loro post o commenti? Abbiamo quindi deciso di chiedere a 1.000 italiani che usano Facebook e Instagram se hanno mai bloccato i loro parenti sui social, e perché.
Nonostante i numeri di Twitch relativi al 2022 registrino un calo di utenti, lo scorso anno Twitch in Italia ha registrato 2.67 milioni di utenti attivi. In particolare, basandoci sui dati riportati da Twitch Tracker, l’Italia detiene una media di 21.564 spettatori attivi al giorno, una media di 30.492 spettatori attivi ogni settimana, 906 canali live attivi giornalmente e una media di 1.160 canali live streaming attivi ogni settimana. Inoltre, sempre basandoci sui dati riportati da Twitch Tracker, i canali italiani più seguiti registrano il 27% delle visualizzazioni totali settimanali.
Jordi Alba si lava sempre i denti prima di una partita. Cristiano Ronaldo lascia i tacchetti a mollo in acqua calda e si infila sempre prima il calzino destro. Dele Alli usa gli stessi parastinchi fin da quando era bambino. Esteban Cambiasso entrava in campo facendo tre saltelli e toccava il prato con la mano destra per poi farsi il segno della croce. Giovanni Trapattoni versava acqua santa sul campo da gioco direttamente dalla sua boccetta accuratamente custodita.
I rituali scaramantici e le superstizioni nel calcio non riguardano solo singoli calciatori, ma spesso intere squadre. I calciatori della Repubblica Ceca, durante gli Europei del 2012, hanno evitato di radersi la barba per tutta la competizione.
Si parla sempre delle superstizioni dei calciatori, mai di quelle dei tifosi. Dopotutto, la scaramanzia non riguarda solo chi sceglie di scommettere sul calcio, o addirittura segue le proprie scommesse live. A Time2play.com ci siamo chiesti se i tifosi italiani fossero superstiziosi o meno. E, se sì, quali fossero i rituali più diffusi nel mondo del calcio vissuto dalle curve degli stadi, tra divani e televisioni, tra piazze e mega schermi. Abbiamo intervistato 1.000 italiani appassionati di calcio per saperne di più sui loro riti propiziatori. Di seguito, i nostri risultati.
Superstizioni sì, ma non per tutti
Il nostro studio sulle superstizioni degli appassionati di calcio ha coinvolto tifosi di tutte le squadre di Serie A. Inaspettatamente, è emerso che i tifosi italiani sono relativamente sobri: tra tutti gli intervistati, il 33.1% di loro dichiara di essere superstizioso e di avere dunque rituali propiziatori.
Ovviamente, ci sono tifoserie più superstiziose di altre. Nella lista delle 5 squadre di Serie A con le tifoserie più superstiziose spunta la S.S. Lazio: il 60% dei tifosi laziali compie rituali propiziatori prima di una partita. A seguire si attestano i tifosi della U.S. Cremonese con il 40% di tifosi superstiziosi. Rimanendo nella Capitale, anche il 34% dei tifosi della A.S. Roma attua rituali propiziatori. Così come il 30.27% dei tifosi del S.S.C. Napoli e il 30% della tifoseria della U.S. Salernitana.
Mancare un rituale propiziatorio: ovvero, darsi la colpa
Di tutti gli intervistati superstiziosi, il 22.3% dei tifosi ha dichiarato di essersi incolpato almeno una volta per la perdita della propria squadra del cuore. Questo, perché il proprio rituale propiziatorio non era stato compiuto. Per esempio, non avevano potuto indossare la loro maglia fortunata o non avevano potuto vedere la partita con il solito gruppo di amici o parenti.
I rituali più comuni
Abbiamo chiesto ai tifosi superstiziosi quali fossero i loro rituali propiziatori più comuni. Ne è emerso che la forma di superstizione di gran lunga più frequente è guardare la partita con un certo gruppo di amici o parenti (49.6%). Ma contano anche i capi d’abbigliamento: il 48.8% dei tifosi superstiziosi dichiara di indossare specifici capi d’abbigliamento mentre guarda una partita, che sia a casa o allo stadio. Un altro rituale scaramantico è quello di sedersi sempre in un determinato posto (44.8%) almeno per quanto possibile. Il 31.2% dei tifosi superstiziosi ha poi dichiarato di indossare un determinato amuleto o portafortuna, mentre il 21.6% di loro ammette di ascoltare sempre una determinata musica o una specifica canzone portafortuna.
Metodologia
A marzo 2023 abbiamo intervistato 1.000 italiani appassionati di calcio tramite la compilazione di un questionario online, chiedendo loro delle informazioni in più sui loro livelli di superstizione prima delle partite. Il 50.2% degli intervistati era di sesso maschile, il 47.9% di sesso femminile e l’1.9% non-binary.
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