La notizia è di pochi giorni fa: il 31 marzo 2026 GambleAware cesserà la propria attività di supporto alle vittime del gioco d’azzardo.
Questo non significa che i gambler d’Oltremanica verranno lasciati soli con i loro problemi: la chiusura della storica no-profit segna, piuttosto, un passaggio di consegne che dovrebbe migliorare gli equilibri tra le forze in campo.
La stessa GambleAware si dichiara consapevole che allo stato attuale dell’industria britannica del gambling un cambiamento è necessario: la CEO Anna Hargrave definisce la chiusura del sito un momento di orgoglio e collaborazione.
Storia di GambleAware, cos’è e cosa fa Una vera istituzione nel supporto ai giocatori d’azzardo
GambleAware è un’organizzazione britannica senza scopo di lucro fondata nel 2002 con un duplice scopo: migliorare gli standard di sicurezza dell’industria del gioco d’azzardo e fornire assistenza diretta agli utenti in difficoltà.
L’azienda coinvolge professionisti con esperienza in ambito sanitario e no-profit capaci di basarsi sull’analisi concreta di fatti e individui per elaborare strategie efficaci contro la dipendenza dal gambling.
I servizi offerti da GambleAware includono supporto 24/7 via numero verde e live chat, consulenze personalizzate, una app mobile scaricabile gratuitamente per monitorare la propria attività di gioco e tenerla sotto controllo; non mancano poi attività a sostegno dei familiari di giocatori problematici.
L’azienda coordina inoltre l’attività del National Gambling Support Network (NGSN): una rete di organizzazioni sul territorio, accessibili anche fisicamente in tutta la Gran Bretagna, che condividono con GA l’approccio terapeutico ad personam e la volontà di aiutare senza giudicare.
Perché GambleAware chiude? Le ragioni risiedono in cambiamenti istituzionali
A monte della chiusura di GambleAware c’è un’importante presa di posizione del governo UK per una maggiore responsabilità sociale dei concessionari di gioco nazionali, concretizzatasi in un’imposta obbligatoria aggiuntiva sui proventi dell’industria del gaming e nell’istituzione di nuovi commissioni dedicate al controllo.
Il nocciolo della questione è nelle parole: imposta obbligatoria: fino a oggi, infatti, in mancanza di proventi fiscali destinati a prevenire e combattere le ludopatie, GambleAware si è sempre autofinanziata tramite donazioni volontarie di casinò e bookmaker e negli ultimi anni questo evidente conflitto d’interessi ha generato critiche sempre più accese.
In pratica, la nuova legge rende obbligatori contributi che prima erano affidati al buon cuore degli operatori: contestualmente predispone nuovi organi per la gestione di tali contributi, bypassando le insinuazioni più o meno pubbliche per cui il gigante GambleAware si è sempre trovato nella condizione (limitante) di tenere il piede in due scarpe.
Polemiche su GambleAware Qualche ombra su conflitti di interessi e problemi di immagine
Le critiche mosse a GambleAware si basano su un semplice assunto: le ludopatie incrementano i profitti dell’industria del gaming, ergo quest’ultima non avrebbe interesse a finanziare volontariamente chi combatte la dipendenza dal gioco d’azzardo; lo farebbe solo per una questione di immagine, assicurandosi tramite supposti accordi sottobanco che GA non crei troppi problemi.
Naturalmente nei fatti la questione è molto più complessa, perché GambleAware ha sempre risposto delle proprie azioni anche alla Gambling Commission UK, al Ministero della Difesa e al Dipartimento della Salute Pubblica.
Ciò nonostante nel 2024, in seguito a un caso di suicidio, la Charity Commission ha avviato un’azione formale contro GambleAware: l’azienda era accusata di invitare i propri assistiti a “giocare meno”, quando invece, evidentemente, l’unica soluzione a un problema di ludopatia è smettere di giocare del tutto.
Successivi accertamenti dell’ente regolatore della beneficenza nazionale hanno attestato la totale indipendenza di GambleAware dalle velleità dei suoi finanziatori, nonché l’appropriatezza dei percorsi di recupero proposti; tutto bene, insomma, salvo che il trambusto ha inevitabilmente danneggiato l’immagine pubblica dell’organizzazione.
La nuova era del gioco responsabile UK Un cambiamento resosi necessario
I proventi della nuova tassa sul gioco saranno distribuiti tra diverse commissioni facenti capo a servizio sanitario nazionale (NHS England), OHID (Office for Health Improvement and Disparities), UK Research and Innovation e agli organi competenti per Galles e Scozia.
Le varie competenze lavoreranno in sinergia per decidere come utilizzare i fondi e avranno massimo potere decisionale sulle iniziative necessarie a ridurre i danni derivanti alle gambling addiction: con particolare attenzione alla tutela dei soggetti più giovani, nonché delle fasce a basso reddito particolarmente sensibili al mito della vincita-che-cambia-la-vita.
L’eredità di GambleAware Un patrimonio di know-how che sarà sempre utilissimo
Il nuovo sistema lavorerà insomma nel solco lasciato da GambleAware, cui resta il merito, indiscutibile, di aver sviluppato un approccio assistenziale sul campo modellato ad hoc sulle problematiche dei singoli individui.
Non solo: l’introduzione dell’imposta che sta per rivoluzionare (si spera) il gioco sicuro in UK è stata proposta e caldeggiata anche dalla stessa GambleAware, che a partire dal 2017 si è battuta per garantire fondi tributari stabili da destinare alla gestione delle ludopatie.
Più in generale, GambleAware non ha mai smesso di sottolineare un punto fondamentale: in termini psicologici, per i soggetti a rischio, giocare in sicurezza nei casinò online sicuri non è diverso da farlo clandestinamente nella peggiore bisca; a meno che le istituzioni non si impegnino attivamente in campagne efficaci di educazione all’autocontrollo.