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Il logo di bet365, una slot, una schedina scommesse, una coccarda, palle da tennis e da basket e delle fiche

bet365 cambia proprietà? Tutto quello che sappiamo fin qui

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6 min. di lettura
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Un molosso del gioco online potrebbe presto cambiare padrone: dopo oltre due decenni di gestione familiare, bet365, tra i leader globali delle scommesse online,  potrebbe finire nelle mani di investitori esterni.

La famiglia Coates, finora saldamente al timone dell’azienda, sta riflettendo sulla possibilità di vendere una parte sostanziale del gruppo.

Vediamo meglio la storia di questo brand e  quale scenario si sta delineando.

Una storia di impressionante successo Da attività di famiglia a marchio globale

La storia di bet365 è l’emblema di come la visione imprenditoriale, unita alla capacità di anticipare le tendenze, possa trasformare una piccola attività familiare in un gigante globale.

Tutto ha inizio a Stoke-on-Trent, cittadina inglese davvero poco cool, dove Denise Coates, erede di una catena locale di agenzie di scommesse fondata dal padre Peter, decide di intraprendere una strada rivoluzionaria, sbaragliando le carte (e forse i piani) della sua famiglia.

Siamo all’inizio del nuovo millennio: mentre internet comincia a cambiare radicalmente il modo di comunicare e fare affari, Denise comprende che il futuro del betting non è nei negozi fisici, ma online.

Con un team iniziale ridotto a soli 12 dipendenti e operando da un modesto prefabbricato getta le basi di quello che sarebbe diventato un impero del gioco digitale: bet365.

Per avviare il progetto, Coates ottiene un prestito bancario da 15 milioni di sterline: tanto le serviva per sviluppare il sito che, bene o male, qui tutti conosciamo bene.

È una scommessa audace, ma il tempo le darà ragione: nel 2001 il sito entra in funzione, quattro anni più tardi la famiglia decide di vendere le agenzie fisiche a Coral, incassando 40 milioni di sterline e ripagando il debito iniziale: bomba!

Vederci lungo: bet365 e la scommessa del live betting Una rivoluzione nel mondo delle scommesse online

bet365 non si limita a trasporre il concetto delle scommesse fisiche in rete, lo rivoluziona (e ricordiamo che l’operatore è attivo anche nel settore casinò online, anche se in maniera minore rispetto al comparto betting).

È uno dei primi operatori a puntare tutto sul live betting, permettendo agli utenti di scommettere in tempo reale durante gli eventi sportivi grazie all’introduzione dello streaming delle più svariate gare direttamente sulla piattaforma: una mossa che definire pionieristica potrebbe sembrare eufemistico.

Questo approccio fortemente orientato alla tecnologia e all’innovazione, permette all’azienda di crescere assai rapidamente: nel tempo, bet365 si impone come leader di mercato in vari Paesi, mantenendo però la propria indipendenza e una gestione familiare che resiste alla tentazione di quotazioni in borsa o fusioni, cosa che ormai raramente vediamo sul mercato.

Denise Coates diventa un simbolo di successo imprenditoriale: per anni è lei il CEO più pagato del Regno Unito e riceverà premi come manager dell’anno a ciclo continuo.

Con stipendi che hanno superato i 300 milioni di sterline annui, è anche una delle donne più influenti dell’intero panorama economico britannico: cosa desiderare di più? Forse un po’ di riposo?

Cosa sta succedendo a bet365? Le turbolenze della situazione attuale

Negli ultimi mesi qualcosa sembra essere cambiato: la decisione, annunciata a marzo, di abbandonare il mercato cinese, da tempo considerato una zona d’ombra per gli operatori del betting, ha alimentato una serie di speculazioni su un possibile riassetto interno.

La mossa, infatti, è apparsa a molti come un tentativo di “ripulire” il profilo dell’azienda, magari in vista di una cessione o di un’apertura a investitori esterni: togliersi da un mercato con molte zone d’ombra potrebbe far molto comodo, in vista di una vendita.

A rafforzare questa tesi sono arrivate indiscrezioni su contatti tra i vertici di bet365 e alcuni advisor finanziari di alto livello: secondo il Guardian, sarebbero in corso colloqui esplorativi con soggetti legati a banche d’affari e fondi statunitensi. 

La cifra ipotizzata per una possibile acquisizione? Circa 9 miliardi di sterline, ovvero oltre 10 miliardi di euro: ahpperò.

Sì, ma chi paga?

Tra i potenziali acquirenti, un nome ritorna con insistenza: DraftKings, un colosso americano del fantasy sport e delle scommesse legali che ha tutto l’interesse a rafforzare la propria presenza internazionale.

Acquisire bet365, o anche solo detenerne una partecipazione importante, rappresenterebbe un colpo strategico di valore incalcolabile, soprattutto in termini di know-how.

Per gli osservatori del settore, una partnership con un player americano sarebbe perfettamente logica: da un lato, la famiglia Coates potrebbe capitalizzare al massimo decenni di lavoro e garantire continuità all’azienda; dall’altro, un partner statunitense otterrebbe una piattaforma tecnologica tra le più avanzate al mondo e l’accesso a una clientela consolidata in Europa, ma anche oltre (no, non in Cina).

Una vendita ora: come mai? Le ragioni di una mossa a sorpresa

Ma perché la famiglia Coates dovrebbe decidere di cedere ora, dopo anni di controllo assoluto?

Le ragioni potrebbero essere molteplici: innanzitutto un elemento anagrafico, dato che Denise Coates ha superato i 50 anni e, pur magari restando attivamente coinvolta nella gestione, potrebbe valutare l’idea di garantire un futuro all’azienda senza dover restare sempre in prima linea: del resto, capitanare un bestione come bet365 di sicuro non è un lavoro senza stress.

Ma non solo questioni anagrafiche e di meritati riposi, dato che l’evoluzione normativa in Europa e nel mondo rende il business del gambling online sempre più complesso e regolamentato: nuove licenze, requisiti fiscali più stringenti, pressioni politiche e campagne contro la ludopatia rendono meno prevedibile il futuro dei bookmaker tradizionali.

Insomma, qualche nuvola all’orizzonte che potrebbe far pendere la bilancia dell’azienda di famiglia verso una vendita di tutto o di parte delle quote, soprattutto se dall’altra parte ci sono investitori solidi in mercati emergenti, seppur normati in modo un po’ folle, come gli USA.

All’orizzonte, le nuove sfide del settore

In un contesto globale in cui i grandi operatori del gioco cercano di consolidarsi attraverso fusioni, acquisizioni e joint venture, il possibile ingresso di bet365 in una nuova fase proprietaria non sarebbe un caso isolato.

Negli ultimi anni il settore ha assistito a un’ondata di acquisizioni miliardarie, segno di una crescente competitività e della volontà di dominare mercati sempre più complessi.

Il futuro del betting sarà sempre più legato alla tecnologia, all’intelligenza artificiale e alla personalizzazione totale dell’esperienza da parte dell’utente: chi saprà investire con lungimiranza, diversificando l’offerta e rispettando i nuovi vincoli normativi, potrà emergere come protagonista, forse assoluto.

Di sicuro c’è che bet365, con la sua storia unica e il suo patrimonio tecnologico, rimane un asset golosissimo per chi punta a vincere la partita, una scommessa vincente, potremmo dire, se solo ci piacessero i giochi di parole.

Rappresentando uno degli ultimi baluardi dell’imprenditoria familiare nel mondo del gioco online, se la famiglia Coates decidesse davvero di passare il testimone, saremmo di fronte a una svolta epocale per l’intero settore.

Il futuro dell’azienda è ancora incerto, ma di sicuro chiunque ne prenderà le redini erediterà non solo un marchio riconosciuto a livello mondiale, ma anche una delle piattaforme tecnologiche più sofisticate mai sviluppate nel settore.

E con una storia di successo davvero notevole alle spalle.

Elettra D., recensioni e pagine tematiche
Elettra D., recensioni e pagine tematiche Content writer
Titolo di studio
Titolo di studio Laurea in Critica e Teoria della Letteratura
Specializzazione
Specializzazione Esperta di Serie A e special bet
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Esperienza Più di 5 anni di content writing sul gambling

Elettra D. è sbarcata a Time2play nel 2021, una delle prime contributor a essere arruolata per le pagine italiane del sito, dopo anni di esperienza nella scrittura di contenuti, legati (ma non solo) al mondo del gambling online; la molla è stata proprio il paragone con il modo di lavorare di altre aziende in questo campo, esplicitamente orientate alla vendita di un prodotto o una piattaforma di scommesse e casinò e poco interessate alla formazione degli utenti, alla loro salvaguardia e corretta informazione.

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