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Nuovi strumenti di contrasto al match fixing, una racchetta da tennis, delle palline da tennis, un pallone da calcio e uno da basket e delle fiche

Intelligenza artificiale nuova alleata contro il match-fixing

Scritto da Elettra D.
6 min. di lettura
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Sappiamo che ormai non si fa che parlare di intelligenza artificiale in ogni campo dello scibile umano, quindi non ci può stupire che anche la lotta alle pratiche illegali rientri in questo novero.

Questo è stato uno dei temi di discussione del “Decreto Sport”: la lotta al match-fixing, ossia la manipolazione delle competizioni mediante scommesse illegali.

Il provvedimento, che contiene disposizioni urgenti per facilitare lo svolgimento di grandi eventi sportivi, introduce anche strumenti potenziati per contrastare le frodi che spesso inquinano questo genere di competizioni.

Grazie all’articolo 6, si gettano le basi per un meccanismo di sorveglianza più fluido e coordinato tra le autorità amministrative, la Procura Generale dello Sport presso il CONI, le Procure federali e, non ultima, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Attenti ai flussi! Segnalazioni di flussi sospetti di puntata direttamente in Procura

Secondo le nuove norme, ogni qualvolta verranno rilevati flussi di scommesse irregolari, le autorità competenti dovranno segnalare il fatto alla Procura Generale dello Sport.

Procura che ha ora la facoltà (ove sussistano sospetti fondati) di richiedere dettagli sui conti di gioco, inclusi intestazioni, dirette o indirette, di tesserati o affiliati, acquisendo così un quadro più preciso per eventuali procedimenti disciplinari.

L’azione di ADM nei confronti dei conti sospetti è cruciale: è tenuta a fornire dati identificativi e codici unici, giustificando i collegamenti con soggetti sportivi; queste informazioni vengono poi inviate alle Procure federali per avviare indagini e, se ritenuta cosa buona e giusta, azioni penali o sanzionatorie.

Strumenti molto più agili Un nuovo assetto per snellire le procedure di contrasto al match fixing

L’Associazione Italiana Direttori e Collaboratori Sportivi (ADICOSP) ha applaudito le misure delineate dal decreto, sottolineando che semplificano notevolmente l’accesso ai dati essenziali per indagini sul match-fixing: medaglia numero uno assegnata, quindi.

Ma perché, prima come funzionavano le cose? Prima di questo intervento legislativo, numerosi procedimenti disciplinari venivano archiviati a causa delle tante complicanze nel reperimento delle informazioni: le Procure federali non disponevano di un canale efficace per dialogare con gli enti gestori delle scommesse, una specie di telefono senza fili, quasi un telefono senza telefono.

Il nuovo assetto cerca di aggirare questi ostacoli, in particolare quando le scommesse vengono orchestrate da reti criminali con sofisticati meccanismi di copertura: più agilità significa più efficacia.

Come funziona a livello internazionale?

L’ADICOSP ricorda anche l’importanza della convenzione di Magglingen-Macolin (nota anche come “Convenzione di Macolin”), che è stata siglata per migliorare lo scambio di informazioni tra leghe, operatori del betting e autorità pubbliche a livello internazionale.

Un accordo che mira ad armonizzare e velocizzare le comunicazioni tra i vari soggetti coinvolti; il nuovo decreto si allinea perfettamente a questi standard, pur mantenendo l’autonomia giuridica e gestionale delle federazioni sportive secondo la Legge 280/2003: le parole d’ordine sono sempre fluidificazione, armonizzazione, velocizzazione, in casa come nei rapporti con l’estero.

Il CSEN punta inoltre alla creazione di task force congiunte: unendo forze dell’ordine, autorità sportive e comitati tecnici, si potrebbero orchestrare operazioni mirate contro reti dedite al match-fixing.

Anche qua, l’idea sarebbe quella di affiancare a queste iniziative un’infrastruttura di cooperazione tra Stati europei, necessaria per monitorare le scommesse transnazionali, che spesso sfruttano mercati con normative divergenti: l’unione farà la forza!

Tutto bello, ma…la privacy?

Un punto critico sollevato da ADICOSP (acronimo non comodo, ndr) riguarda la canalizzazione delle richieste: anche se appare fondamentale che gli inquirenti possano ottenere dati tempestivamente da concessionari legittimi, questi ultimi spesso invocano leggi sulla privacy per respingere o ritardare le richieste.

L’associazione suggerisce quindi una direttiva normativa chiara che permetta di bypassare eventuali interpretazioni restrittive, senza comunque violare la normativa sulla protezione dei dati personali né minare la capacità delle federazioni di intervenire tempestivamente.

La privacy non può certo essere una scusa valida per avallare le mosse criminali.

Casi simbolo e Intelligenza Artificiale applicata Il pasticciaccio del Brescia e le nuove frontiere tecnologiche

ADICOSP ha citato come esempio lampante il caso del Brescia Calcio, penalizzato di quattro punti a stagione conclusa.

La sentenza, giunta in ritardo al termine delle verifiche doganali, ha influito sull’esito del campionato e sugli spareggi retrocessione, mostrando come l’inerzia delle indagini possa falsare equità e tempistiche sportivi.

In questo senso, il decreto offre una risposta concreta: accesso più rapido ai dati significa decisioni più tempestive e maggiore tutela dell’integrità delle competizioni.

Parlando di dati: il Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN) ha sottolineato la necessità di andare oltre le misure puramente procedurali, proponendo di introdurre nel sistema strumenti tecnologici avanzati come Intelligenza Artificiale e data analytics.

Tali strumenti permetterebbero di aggregare, analizzare e centralizzare grandi quantità di dati estratti dalle scommesse, con lo scopo di individuare pattern inediti, correlazioni sospette e dinamiche non immediatamente visibili.

Lo scopo è attivare sistemi di allerta precoce (early warning system) che avvisino tempestivamente le autorità competenti di eventuali anomalie degne di sospetto; vediamo come andrà, non ci sbilanciamo, ma le premesse sembrano interessanti.

Nuove pene anche per la violenza contro gli arbitri

Non solo scommesse irregolari: il decreto introduce anche norme a tutela degli arbitri, estendendo loro le stesse tutele previste per pubblici ufficiali e operatori sanitari in caso di aggressioni.

Sembra eccessivo? No, dato quello che sempre più frequentemente ci tocca vedere su campi di calcio soprattutto di leghe minori.

In sintesi? I punti salienti del nuovo decreto sul match fixing

In sintesi, il decreto 96/2025 disegna un quadro articolato di contrasto al match fixing che combina i seguenti punti:

  • Miglioramento procedurale: pronti scambi informativi, rapporti tra ADM, Procura Generale dello Sport e Procure federali.
  • Tecnologie avanzate: sistemi predittivi con Intelligenza Artificiale e data analytics.
  • Sinergia operativa: task force miste e cooperazione internazionale per contrastare manipolazioni transnazionali.
  • Tutele rafforzate: pene più severe per le offese agli arbitri, equiparate ai pubblici ufficiali.

Parlando del fronte politico e culturale, è chiaro che ADICOSP e CSEN spingono per un cambio di paradigma.

Passare da azioni reattive a un modello preventivo e integrato, capace di anticipare e smontare reti criminali ben organizzate, di cui sempre più frequentemente abbiamo avuto modo di sentir parlare negli ultimi anni, purtroppo.

Elettra D., recensioni e pagine tematiche
Elettra D., recensioni e pagine tematiche Content writer
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Titolo di studio Laurea in Critica e Teoria della Letteratura
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Specializzazione Esperta di Serie A e special bet
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Esperienza Più di 5 anni di content writing sul gambling

Elettra D. è sbarcata a Time2play nel 2021, una delle prime contributor a essere arruolata per le pagine italiane del sito, dopo anni di esperienza nella scrittura di contenuti, legati (ma non solo) al mondo del gambling online; la molla è stata proprio il paragone con il modo di lavorare di altre aziende in questo campo, esplicitamente orientate alla vendita di un prodotto o una piattaforma di scommesse e casinò e poco interessate alla formazione degli utenti, alla loro salvaguardia e corretta informazione.

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