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Kings League, nuova frontiera del calcio o ennesimo effimero hype?

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6 min. di lettura
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Si è conclusa il 12 gennaio a Torino, con la finale vinta per 6-2 dal Brasile contro la Colombia, la prima edizione della Kings World Cup Nations, una competizione in cui si affrontavano 16 nazionali di Kings League: ma che cos’è la Kings League?

Un nuovo modo di intendere il calcio?

La Kings League si potrebbe definire, in soldoni, come una versione nuova del classico gioco del calcio, con un bel po’ di regole bizzarre volte (nelle intenzioni) a renderlo più accattivante e “moderno” o al passo coi tempi (quali?).

Il format di questo nuovo “sport” è stato inventato nel 2022 da Gerald Piqué, ex difensore del Barcellona, recentemente salito agli onori della cronaca più per aver stravolto il formato della Coppa Davis di tennis e per essere stato sbertucciato in una canzone dalla ex compagna Shakira che per effettive gesta sportive.

Le principali differenze rispetto al calcio ortodosso sono che si gioca in sette per squadra e che i presidenti delle squadre sono influencer o streamer: il tutto con regole assai particolari e pensate con un approccio da prodotto di intrattenimento, tanto da assomigliare più alla versione in carne e ossa di un videogioco sul calcio che a un vero e proprio sport.

Un giocattolone per ricchi influencer e/o ex calciatori

Nella Kings World Cup Nations abbiamo visto esibirsi soprattutto ex calciatori e, appunto, influencer: nella nazionale italiana ad esempio militavano vecchie glorie quali il portiere Emiliano Viviano, Leonardo Bonucci e l’attaccante Francesco Caputo, oltre a influencer quali Blur, mentre nel Brasile poi laureatosi campione c’erano tra i presidenti Kakà e Neymar.

È indubbio però che l’attenzione verso questo giocattolone stia crescendo: le partite della Kings World Cup Nations sono state trasmesse, oltre che su piattaforme di streaming, anche da canali TV come Sky: per questo motivo non ci stupiremmo di vedere, accanto alle scommesse sul calcio tradizionali, i bookmaker proporre mercati e quote sui tornei di Kings League.

Questo anche perché nel 2025 prenderà il via il campionato italiano di Kings League, con 12 squadre e facce notissime agli appassionati di pallone nelle posizioni apicali: il presidente della lega sarà Zlatan Ibrahimović, mentre l’ex juventino Claudio Marchisio l’head of competition, mentre tra i presidenti delle squadre c’è l’influencer/cantante Fedez.

Il campionato italiano si svolgerà interamente a Milano nella Kings League Arena, ospitata nel Centro Sportivo Vismara, quello dove attualmente si allenano le squadre giovanili del Milan.

Le regole del gioco

Nelle partite di Kings League si gioca in 7 contro 7, come detto, con partite da due tempi da 20 minuti; vince chi fa più gol nei 40 minuti e, in caso di pareggio, si va agli shootout (rigori calciati in movimento).

Non c’è limite alle sostituzioni, che sono libere dal quinto minuto in poi; per quanto riguarda le sanzioni, chi riceve un cartellino giallo deve uscire dal campo per due minuti, chi ne riceve uno rosso per cinque, dopo i quali deve essere rimpiazzato.

Le squadre possono chiamare il VAR una volta a partita, ma se hanno ragione a chiamarlo possono farlo di nuovo; ma non finisce qui, ed entriamo così nella parte “giocattolosa” del tutto, con influencer e youtuber che raccontano in diretta i match scannandosi sui vari episodi e sulle varie regole.

Qualche esempio? Negli ultimi due minuti di gioco, se il punteggio non è in parità ogni gol segnato vale doppio; inoltre, il match si inizia con due giocatori in campo e ogni minuto se ne aggiunge uno per squadra fino al 7 vs 7 e il calcio d’inizio vede la palla calare da una sorta di gabbia ed entrare in possesso del primo che la raggiunge.

Se non ne avete abbastanza, sappiate che a due minuti dalla fine del primo tempo si estrae un numero per decidere con quanti giocatori le squadre arriveranno all’intervallo; ah, e poi c’è il “rigore presidenziale”: in qualsiasi momento della partita il presidente della squadra può decidere di entrare in campo e tirare un rigore (!).

Non vi basta ancora? Ci sono le “Carte”, avete presente “imprevisti” e “probabilità” del Monopoli? Qualcosa del genere: prima di ogni partita, l’allenatore di ogni team pesca una carta da un mazzo da dieci che resta segreta fino al suo utilizzo e porta un vantaggio.

Si può ad esempio pescare la carta “Gol doppio” che per due minuti darà valore doppio a ogni gol realizzato, oppure quella “Star player” che da quando viene giocata determinerà che ogni rete realizzata da un dato giocatore varrà doppio; ogni carta può essere giocata tra la fine del primo tempo e il 18′ minuto della ripresa, premendo sul bottone “Arma segreta” (sic).

Cosa ne pensiamo noi

Da quello che avrete capito, e nonostante il fatto che nella Kings League siano coinvolti molti ex calciatori (anche assai famosi), il calcio in sé non è l’elemento principale di questo nuovo gioco e tutto sembra essere molto più intrattenimento e spettacolo.

Il livello è infatti decisamente basso, ma nonostante questo le partite possono in effetti sulle prime risultare curiose e divertenti, magari soprattutto per un pubblico giovane e non proprio “dentro” il calcio classico.

Questo non toglie (e, anzi, spiega) che si tratti di un fenomeno che sta sempre più espandendosi a livello di sponsor, spettatori e investitori, con un giro di denaro già abbastanza rilevante e destinato ad aumentare, soprattutto visti i nomi coinvolti, da Piqué a Ibra a Fedez.

Per questo motivo non ci stupiremmo di vedere nei prossimi anni aumentare l’interesse per questo gioco anche tra i bookmaker online, un po’ come successo per esempio con le scommesse virtuali, considerato che oltre a mercati classici come quelli 1X2 possiamo ipotizzare tante tipologie di giocata legate all’utilizzo delle carte, o al verificarsi o meno del “rigore presidenziale” e di altri eventi.

Insomma, la previsione è che la Kings League potrebbe diventare, almeno nel medio periodo, un fenomeno paragonabile (anche a livello di gambling) a quello delle scommesse sugli eSports.

Se lo chiedete a noi, non prendeteci per vecchi barbogi ma riteniamo la Kings League una delle tante baracconate che periodicamente cercano di rendere il calcio più appetibile (ma a chi? Agli sponsor, forse) e idealmente aggiornato ma che in realtà hanno a che vedere con tutto tranne che con lo sport.

E poi, suvvia, un’idea di Piqué può sul serio essere considerata qualcosa di fatto per amore dello sport? Chiamiamo le cose con il loro nome, la Kings League è un giocattolone su misura per influencer e social-addicted che, ci auguriamo, tutt’al più svilupperà un suo percorso parallelo al calcio un po’ come il padel con il tennis.

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