Per anni è stato solo un sogno, una suggestione da appassionati e analisti sportivi: vedere la NBA sbarcare in Europa con una sua lega autonoma ma integrata nel sistema americano.
Ora, quel sogno si sta trasformando in realtà.
Adam Silver, il commissioner della NBA, ha confermato pubblicamente che il progetto è in fase avanzata: la creazione di una NBA Europe non è più un’ipotesi, ma un piano concreto con tempistiche e strategie già allo studio!
Quello che sta per accadere potrebbe rivoluzionare l’intero panorama del basket mondiale, non solo da un punto di vista sportivo, ma anche economico, mediatico e culturale: scopriamone di più.
Una nuova lega europea, autonoma e targata NBA Con nuove squadre nelle metropoli del Vecchio Continente
Non si tratta di un’operazione “cosmetica” né di un’espansione temporanea: la visione della NBA è ambiziosa: dar vita a una lega professionistica europea, parallela a quella nordamericana, ma ispirata ai suoi stessi standard organizzativi, tecnici e commerciali.
In altre parole, non verranno semplicemente giocate più partite in Europa (come già accade con gli NBA Global Games), ma si costituiranno franchise stabili in città europee, con palazzetti moderni, staff tecnico e dirigenziale allineati ai criteri della NBA e una gestione orientata all’entertainment globale.
Fa un po’ paura, la parola “entertainment”, ma tant’è; questo nuovo campionato europeo sarebbe quindi parte della galassia NBA, con la possibilità, in prospettiva futura, di interazioni competitive, trasferimenti agevolati e un’integrazione sempre più profonda tra i due mondi.
Il modello, secondo Silver, dovrà garantire un mix tra sostenibilità economica, impatto mediatico e appeal sportivo, ma soprattutto continuità: non sarà un torneo sperimentale, ma una lega vera e propria con visione di lungo periodo.
Le città coinvolte nella Lega Tra tradizione cestistica e potenziale di mercato
Anche se i dettagli ufficiali non sono ancora stati divulgati, è possibile ipotizzare alcune delle città candidate sulla base delle dichiarazioni emerse: Londra, Parigi, Berlino, Madrid e Milano sono tra le metropoli più accreditate.
Queste città offrono, infatti, una forte cultura sportiva, in particolare cestistica, disponendo di:
- infrastrutture moderne già in grado di ospitare eventi internazionali
- mercati televisivi e commerciali ampi e internazionali
- bacini di pubblico appassionato, anche grazie alla diffusione degli NBA Global Games negli ultimi anni.
Londra, ad esempio, è stata frequentemente sede di partite NBA in trasferta e rappresenta un hub strategico per l’ingresso nel mercato anglosassone ed europeo; Milano e Madrid sono storicamente tra le capitali del basket europeo e ospitano club con grande tradizione, come l’Olimpia e il Real Madrid.
Parigi, con la storia cestistica francese e l’aver ospitato un anno fa le Olimpiadi, è un’altra candidata naturale; le città selezionate dovranno non solo garantire una fanbase solida, ma anche attrarre investitori disposti a sostenere economicamente i club, garantendo uno standard professionale e infrastrutturale di livello NBA.
Insomma, verrebbe giustamente da pensare che il Vecchio Continente sia ormai più che maturo per accogliere questa sfida e infatti Oltreoceano è proprio così che la pensano: arriverà il giorno in cui si potrà scommettere sulla NBA ma quella europea?
Un nuovo ecosistema sportivo Mantenere in Europa i talenti cestistici autoctoni
La nascita della NBA Europe non risponderebbe solo a un’esigenza commerciale, ma anche a una precisa strategia sportiva: negli ultimi anni, i talenti europei hanno dominato la scena americana: Jokić, Dončić, Antetokounmpo, Wembanyama, solo per citare i più noti, sono la prova che il bacino europeo è oggi una delle principali fonti di eccellenza per il basket mondiale.
Creare una lega europea firmata NBA significherebbe offrire a questi talenti e a quelli futuri una piattaforma d’élite sul proprio continente, senza la necessità di emigrare, presto o tardi, negli Stati Uniti, mantenendo nel contempo uno standard tecnico altissimo: come sempre poco egoriferiti, questi USA.
Non solo: l’obiettivo è quello di costruire un ecosistema culturale e mediatico NBA anche in Europa: la Lega americana è da sempre maestra nell’intrattenimento sportivo fondendo con perizia show, storytelling, marketing, gestione dei diritti TV, engagement digitale (e anche un discreto numero di pagliacciate, diciamolo pure).
Trasferire questo modello in Europa significa rivoluzionare anche il modo di vivere e comunicare lo sport sul nostro continente e i benefici andrebbero ben oltre il basket: si aprirebbe la porta a nuove partnership, sponsorizzazioni globali, sviluppo di giovani, investimenti su infrastrutture e territori.
Se poi il tutto dovesse arrivare a coinvolgere anche altri sport, beh, vediamo (sperando di no, se lo chiedete a noi).
Sfide, tempi e prossimi passi La roadmap dell’operazione
Naturalmente, un progetto di questa portata non è esente da sfide: innanzitutto servirà armonizzare la nuova lega con i calendari FIBA ed Eurolega, che attualmente dominano il basket europeo.
Le frizioni tra NBA e Eurolega non sono mancate e ancora non mancano: basti pensare che nella conferenza stampa di presentazione del progetto il nome “Eurolega” non è nemmeno stato pronunciato, lasciando spazio alla locuzione “quella competizione”.
Trovare un equilibrio tra le varie federazioni sarà, insomma, fondamentale.
Inoltre, sarà cruciale convincere gli stakeholder locali (federazioni, club, istituzioni) della sostenibilità del progetto, anche per evitare conflitti o resistenze: dal punto di vista temporale, Adam Silver non ha fornito date precise ma ha parlato di una prospettiva “molto realistica” per i prossimi anni, lasciando intendere che il processo decisionale è già avviato.
La fase attuale è quella dello studio operativo, con valutazioni su location, partner commerciali, investitori e modelli di governance; non è da escludere che nei prossimi mesi vengano annunciati i primi club fondatori o che vengano organizzati eventi dimostrativi per testare l’interesse e la fattibilità del format.
Questo progetto, insomma, potrebbe anche vedere la luce nel 2026.
Gli screzi porteranno a ottenere il meglio dalle tradizioni
La Federazione Internazionale Pallacanestro (FIBA) mantiene una posizione piuttosto chiusa nei confronti della NBA europea: l’orientamento attuale è quello di attrarre club di elevata tradizione nel panorama europeo, con indiscrezioni che suggeriscono un’adesione preliminare da parte di Real Madrid, Barcellona e Fenerbahçe al nuovo progetto promosso dalla NBA.
L’ipotesi in discussione è la creazione di una lega con un sistema misto, prevedendo inizialmente 12 club con licenza permanente e 4 posti assegnati tramite criteri di qualificazione sportiva.
Adam Silver, rappresentante della NBA, ha sottolineato che, sebbene non vi siano ancora decisioni definitive, si intende rispettare la tradizione del basket europeo, mantenendo ad esempio la durata delle partite a 40 minuti.
E c’è di più, per fortuna: pensa che la diversità dello stile di gioco rispetto alla NBA sia un elemento positivo e nella fase di creazione di una nuova lega, si valuterà quindi la possibilità di integrare le caratteristiche più efficaci dei due modelli; riusciranno i nostri eroi?
Il basket ha un futuro sempre più globale Una pallacanestro global proprio come il calcio
Con questa mossa, la NBA compie un passo che potrebbe trasformare il basket nel secondo sport globale per impatto, dopo il calcio.
Nelle intenzioni dei promotori, una lega europea firmata NBA non solo alzerebbe il livello tecnico medio del basket sul continente (su questo consentiteci di non essere d’accordo), ma lo renderebbe anche più spettacolare, più seguito e più integrato in una narrazione sportiva mondiale.
Per i tifosi significherebbe vedere da vicino lo stile NBA, per i giovani giocatori un sogno a portata di mano, per gli sponsor una nuova frontiera e, per la NBA stessa, una scommessa sull’Europa come prossima frontiera dell’entertainment sportivo: la palla a due, ormai, è pronta, a voi decidere se la notizia è buona o meno.