Lo ammetto, stanotte non ho chiuso occhio per l’ansia e la preoccupazione riguardo alle condizioni fisiche di Emerson Royal.
Sì, lo so, sembra assurdo, dovrei essere felicissimo per la vittoria contro il Girona, che ci permette di fare un bel salto in classifica in Champions League, avvicinandoci sempre di più alla clamorosa qualificazione diretta agli Ottavi, ma niente, il mio pensiero è fisso su Royal. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarei stato in pena per la sua salute?
Come sta Emerson El Football Royal?
Proprio io che, lo ammetto, ho sempre sperato che si infortunasse.
Sì, avete capito bene, andrò all’inferno per questo, ma con voi amo essere sincero, nel bene e nel male. Per carità, non gli ho mai augurato nulla di grave, eh? Diciamo che durante la stagione mi sarei accontentato di una bella elongazione, qualche decimo di febbre, un po’ di tosse o una lieve frattura alla scapola. Insomma, un piccolo acciacco che potesse farlo accomodare in tribuna. E invece no, lui sempre sorridente, pimpante e sano come un pesce.
Per chi non l’avesse capito, questa speranza che Royal possa guarire subito non nasce dalla voglia di rivederlo in campo, ma dalla voglia di rivederlo lontano da Milano il prima possibile.
Meglio specificarlo, perché non vorrei mai che qualche malpensante credesse davvero che il mio desiderio sia rivederlo nel rettangolo di gioco con ancora addosso la nostra maglia.
Quanto è infame il calcio quando ci si mette, proprio alla vigilia della sua partenza, eccolo lì che esce dal campo distrutto dopo appena due minuti per un problema muscolare.
Credo che questa sia davvero la fotografia perfetta della stagione del Milan. Poi, non si capisce perché rischiarlo a ridosso di una sua cessione, quando tranquillamente si poteva mettere l’ex capitan Calabria… ma questa è un’altra storia che preferisco non commentare, per il bene del mio precario sistema nervoso e per rispetto a tutte le religioni del mondo.
Contro il Girona un successo importantissimo
Ma ora parliamo del match. Affrontavamo un Girona già fuori da ogni speranza di Play Off, che non aveva davvero nulla da perdere. Ecco perché, giustamente, è venuta a giocarsela a San Siro a viso aperto, con zero pressioni o ansie da prestazione.
Il loro gioco offensivo ci ha concesso delle immense praterie che però non siamo riusciti a sfruttare a dovere. I primi 45 minuti sarebbero potuti finire tranquillamente 3-0 per il Diavolo e, invece, nell’intervallo eravamo semplicemente 1-0 grazie a un gran goal di Leao e anche grazie a due paratone di Maignan che ci hanno tenuti a galla.
A memoria ricordo che nella prima frazione abbiamo creato almeno 6-7 palle nitide ma, come direbbero a Bolzano, ci è mancata la “cazzimma” sotto porta.
Nel secondo tempo siamo vistosamente calati atleticamente e i tanti crampi tra i nostri giocatori ne sono la dimostrazione lampante. Se nel primo tempo siamo stati anche molto sfortunati, colpendo per due volte il legno (una con Theo Hernandez e l’altra con Musah), va detto anche che nel secondo tempo la dea bendata non si è limitata a baciarci, ma ci ha proprio limonati come si deve.
Al 57esimo, infatti, l’attaccante spagnolo Bryan Gil ha deciso di trasformarsi in Michelangelo Buonarroti, pennellando una parabola magica sotto l’incrocio dei pali. Maignan beffato e pareggio clamoroso del Girona. Prodezza pazzesca che ha davvero ricordato gol storici di tanti calciatori illustri come Alex Del Piero, Zinedine Zidane, Roberto Baggio e Rade Krunić.
In quel momento il mio cuore, già ferito dall’infortunio di El Football Royal, ha smesso completamente di battere. Ero clinicamente morto, fino a quando, grazie a Dio, o meglio ancora, grazie al VAR, il gol è stato annullato per un fuorigioco millimetrico. Della serie che se prima del match Gil si fosse tagliato l’unghia dell’alluce, non lo avrebbero mai annullato.
Tra azioni scialbe, sbadigli, cori di supporto, cori di proteste e crampi vari, la partita si è spenta sull’1-0.
E adesso sotto col Parma
Archiviata la pratica Champions, ora testa al campionato.
Il Parma è dietro l’angolo e, considerando l’andazzo della stagione, in teoria non dovremmo vincere.
All’andata, guidati da “No Me Frega Un Caso” Fonseca, perdemmo giocando male, male, male. Sarebbe bello, a sto giro, vincere giocando bene, bene, bene.
Sì, lo so, sto chiedendo troppo. Il compromesso sarebbe vincere giocando male, male, male. Speriamo.

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