Le scommesse, nel calcio, sono un vecchio fantasma che di tanto in tanto torna a infestare lo spogliatoio, e non solo quello: ma quando a finirci dentro sono giovani promesse come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, il colpo fa ancora più rumore.
Due volti freschi, due calciatori su cui l’Italia stava puntando forte per il futuro e, invece, eccoli lì, risucchiati in una spirale fatta di puntate compulsive, debiti e piattaforme fuori dai radar; il nuovo risvolto clamoroso? Le scommesse non avvenivano attraverso i canali ufficiali ma su siti scommesse illegali o comunque non autorizzati in Italia.
Una distinzione fondamentale, troppo spesso trascurata nel mare dell’indignazione mediatica: perché, se è vero che scommettere su eventi calcistici da parte di tesserati FIGC è proibito a prescindere, la modalità con cui lo si fa apre uno scenario ben più ampio, che tocca migliaia di giocatori e interessi da milioni di euro ogni anno.
Il caso Fagioli (ma non solo Fagioli) non è soltanto una caduta personale: è il riflesso di un problema sistemico.
Serve allora fare chiarezza, perché esistono siti legali, illegali e poi quei siti “grigi”, che non sono illegali ma nemmeno leciti nel nostro Paese: un limbo normativo che diventa terreno fertile per dipendenze, truffe e disinformazione; vediamo meglio questa situazione e come giocare su siti scommesse sicuri.
Siti legali, siti illegali e zone grigie: facciamo i distinguo Le differenze sono fondamentali ed evidenti
In Italia il gioco d’azzardo è regolato in modo severo: l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) è l’autorità che supervisiona, autorizza e vigila sulle piattaforme di scommesse e giochi online.
Solo i siti con regolare concessione ADM (ex AAMS), quindi i siti scommesse e i casinò sicuri, possono operare legalmente sul nostro territorio: si riconoscono facilmente, nella home page devono esporre il logo ADM e il numero della concessione, facile.
Questi portali sono tenuti a rispettare rigidi standard in materia di trasparenza, tutela del giocatore, prevenzione della ludopatia e sicurezza dei dati e, in più, offrono strumenti come l’autoesclusione, il limite di deposito e il supporto per chi mostra comportamenti a rischio.
In poche parole: chi gioca su un sito ADM, gioca in un ambiente regolato e controllato.
Operatori illegali e operatori senza licenza
Al polo opposto ci sono i siti scommesse illegali: piattaforme che operano in totale clandestinità, spesso registrate in paradisi fiscali, con server nascosti e senza alcuna forma di controllo.
Qui non c’è tutela del consumatore, né garanzia sulla correttezza delle scommesse o sulla gestione del denaro e, in molti casi, dietro queste piattaforme si nascondono organizzazioni criminali.
Infine c’è quello che potremmo definire “terzo polo”: i siti non illegali ma non autorizzati in Italia o perlomeno non ancora (Betano, se ci stai sentendo: l’Italia ti chiama!).
Spesso sono piattaforme con regolare licenza in altri Paesi UE (come Malta o Gibilterra, o Regno Unito e Spagna), ma che non hanno ottenuto, o hanno scelto di non richiedere, una concessione nel Belpaese.
Non sono fuorilegge nel senso stretto del termine, ma non possono operare su suolo italiano: sono siti scommesse non AAMS: se un cittadino italiano accede e gioca su questi portali, tecnicamente sta violando la normativa nazionale, pur senza entrare in un circuito criminale.
Il fascino dei siti scommesse illegali Un brivido da cui tenersi ampiamente alla larga
Per quale ragione sempre più persone, inclusi professionisti del calcio, finiscono col puntare su queste piattaforme “grigie” o su quelle illegali? Le risposte sono molteplici, è dunque tempo di vederci chiaro:
- Prima di tutto, l’offerta è molto più ampia: su questi portali si può scommettere su tutto, h24, con quote più alte, opzioni più esotiche e, soprattutto, una maggiore riservatezza. Non è un caso che Fagioli abbia ammesso di aver usato carte di amici o profili fittizi per scommettere. Alcuni di questi siti, infatti, offrono metodi di pagamento non tracciabili, come criptovalute o wallet elettronici offshore.
- I controlli, spesso, sono quasi inesistenti: nessuna verifica dell’identità, nessuna soglia massima di deposito, nessun blocco in caso di comportamenti sospetti. Un paradiso (apparente) per chi sviluppa una forma di dipendenza dal gioco, ma soprattutto un pericolosissimo pozzo senza fondo.
- C’è poi un altro aspetto, più sottile ma altrettanto importante: la scarsa conoscenza della normativa da parte dei giovani, compresi quelli famosi. Il web è pieno di banner accattivanti, bonus di benvenuto fuori scala, promesse di vincite facili. Per chi non conosce le regole, o le ignora deliberatamente, distinguere tra un sito ADM e uno senza licenza italiana non è sempre semplice. Siti come Time2play non fanno che ripetere quanto si debba fare attenzione a certi dettagli, ma sembra di vuotare il mare col secchiello.
Le brutte conseguenze e una possibile soluzione Come sempre, educare è sinonimo di prevenire
Giocare su siti illegali o non autorizzati comporta conseguenze serie: parlando di calciatori, come mostrano il caso di Fagioli e compagnia, si può incappare in sanzioni disciplinari, sospensioni, multe e, nei casi più gravi, in conseguenze penali.
Ma anche per il giocatore comune il rischio è elevato: soldi persi, dati personali rubati, conti svuotati da un giorno all’altro e NESSUNO a cui rivolgersi (nessuna polizia postale potrà agire contro un operatore con sede a Curaçao).
A livello collettivo c’è un danno ancora maggiore: ogni euro speso su siti non ADM è un euro che sfugge al controllo statale, che non viene tassato né reinvestito in prevenzione o informazione.
Secondo recenti stime, il giro d’affari del gioco online non regolare in Italia potrebbe superare i 15 miliardi di euro l’anno: soldi che alimentano spesso circuiti opachi e attività illecite.
La formazione delle nuove generazioni
Serve allora un cambio di passo culturale: non basta più affidarsi al divieto o alla repressione, occorre formare, spiegare, educare.
Le nuove generazioni crescono in un mondo digitale dove tutto è a portata di clic: se vogliamo proteggerle, dobbiamo insegnare loro a riconoscere i pericoli, distinguere tra ciò che è legale, ciò che è semplicemente fuori norma e ciò che è davvero criminale.
E magari, come in ogni partita ben giocata, serve anche un po’ di squadra: istituzioni, media, scuole, famiglie e, perché no, anche le società sportive.
Perché il calcio, così come ogni altro sport, potrebbe essere un riflettore potente, se solo riuscisse a raccontare non solo le cadute, ma anche le risalite.