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Se i giochi fossero ricette: 5 associazioni di Natale di Time2play

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Prima di cominciare a scrivere queste righe, dobbiamo mettervi in guardia: leggetele a stomaco pieno. Questa NON È un’esercitazione: stiamo per parlare di succulente ricette da portare a tavola per le feste e delle loro possibili associazioni ai nostri giochi preferiti di casinò. Vi chiederete a cosa diavolo stiamo pensando, che strani giri possa fare il nostro cervello, ma la verità è che, dopo i precedenti articoli avevamo necessità di recuperare le forze e l’unità redazionale, per così dire: e cosa può mettere una redazione italiana d’accordo? Un post che abbia come tema la cucina? Giust…SBAGLIATO! 

Certo, le premesse c’erano tutte: piatti natalizi, la magia delle feste, i nostri cinque giochi di casinò preferiti…ma poi tutto è degenerato, un po’ imprevedibilmente, ed ecco che gli scontri non ci sono mancati. Resta che, anche in questo caso, siamo riusciti ad approntare una classifica: speriamo che i nostri sforzi vi siano graditi, che abbiate la pancia piena mentre leggerete le prossime righe e che la prossima classifica possa risultare più pacifica (ma ne dubitiamo, visto l’andazzo).

Altro snodo importante: abbiamo cercato di comporre un menù completo, partendo dall’antipasto e proseguendo con gli accostamenti; unica pecca della nostra classifica è l’assenza di un dolce, ma non dovete temere, siamo piuttosto scaltri: l’antipasto che apre questa nostra selezione è una specie di trabocchetto gastronomico in grado di coprire due posizioni con un colpo solo, vi basterà modificare la farcia e il gioco sarà completo! Un escamotage, ma non avevamo altra possibilità: trovare dei piatti delle feste che si accoppino PERFETTAMENTE con un gioco da casinò, ammetterete, non è certo impresa semplicissima.

Non tergiversiamo oltre e iniziamo a parlare di cucina, di ricette natalizie e di abbinamenti non già a dei vini -tema per un prossimo post a tema gambling? Chissà!- ma a dei giochi: quali tra i nostri giochi preferiti meglio si abbina, per metodo di cottura, per associazione mentale, per difficoltà, a un piatto delle feste? E quale?  Scopriamolo subito, con la nostra classifica!

5. Il panettone gastronomico: come il baccarat?

“Per realizzare il panettone iniziate dalla biga: versate nella planetaria la farina manitoba setacciata, versate il latte; aggiungete il lievito di birra disidratato e iniziate ad impastare, dovrete ottenere un impasto grezzo non troppo liscio”

Ve l’abbiamo posta come domanda, ma noi ne siamo abbastanza sicuri: il panettone gastronomico, principe della sezione “antipasti” di ogni tavola natalizia, è davvero come il Baccarat. Quale che sia la sua versione, infatti, questo gioco non permette al giocatore chissà quali colpi di testa: i passaggi sono molto rigidi, bisogna contare solo sulla fortuna.

Ebbene, col panettone gastronomico la faccenda è molto simile: non si tratta di una ricetta complessissima (ma chi vogliamo prendere in giro, via: fare un panettone è un C.A.S.I.N.O. E senza accento, badate bene!): i passaggi, tuttavia, sono davvero molto severi e c’è da fare attenzione fino a sentire i muscoli del volto tirati. Ben sapendo, poi, che è anche una questione di fortuna: esattamente come nel Baccarat. 

Filosoficamente il gioco preferito da James Bond (nella sua versione “Chemin de fer”, non dimentichiamo) è assimilabile al nostro antipasto preferito delle feste: ovviamente viene da chiedersi se James Bond potrebbe aver voglia di assaggiarne un pezzo. Anzi, una fetta. Ci sembra anche di poter rispondere: nell’eterna lotta tra panettone e pandoro, James Bond sceglierebbe sicuramente il panettone gastronomico, tagliando la testa al toro (cosa che abitualmente fa). Certo, almeno finché non si inventeranno un pandoro gastronomico: allora sì che ci sarà da espatriare!

Un panettone gastronomico
Una porzione di lasagne

4. La roulette delle lasagne

“Aggiungete ancora uno strato di besciamella e uno di ragù, unite il formaggio grattugiato e proseguite così fino a realizzare 5 strati. Dopo aver posizionato l’ultima sfoglia aggiungete il ragù”

Rosso o nero? Fate la vostra scelta e non se ne parli più. Almeno fino alla prossima puntata.
Lasagne nere non ne abbiamo, ma la scelta di campo da attuare è la medesima: rosse o… Bianche? Puntate tutto sul vostro primo natalizio e che nessun invitato metta in discussione la vostra scelta, perché Les jeux sont faits e rien ne vas plus, cari miei. Il piatto è in tavola, fumante, e nessuno ha altra scelta se non quella di mangiare. 

Esattamente come nella roulette, dunque: si punta finché si può, poi il croupier decide che il tempo è scaduto e le scelte devono essere già poste sul tavolo verde, sotto forma di puntate. Colore o numero, fate il vostro gioco.

I croupier siamo noi cuochi, perché decideremo quando chiudere i giochi con la nostra scelta di lasagna classica o bianca; ma gli invitati potranno fare la loro puntata, ovviamente prima che il forno si apra e che la teglia fumante sia in tavola, rivelando il suo carico di fortuna.

Certo, a differenza della roulette, con le lasagne non si può sbagliare: si tratta di un primo piatto classico della cucina italiana, non solo per quanto concerne le festività natalizie; il piatto forte della domenica, capace di riempire del suo profumo tutta la casa mentre sta infornato in cottura, facendoci dimenticare cosa possa significare l’espressione “secchezza delle fauci”. Il tempo di cottura è la pallina che gira sulla ruota, anche se si tratta della lenta ruota di un forno statico preriscaldato a 170 gradi per 40 minuti, un tempo interminabile se paragonato ai secondi che separano il giocatore dal responso della bianca biglia. Ma la percezione del tempo è relativa, Proust ce lo insegna e noi riversiamo qui la sua riflessione, beandoci intanto di questo profumino che parrebbe dirci, questo sì, che andrà tutto bene.

3. La poker face del pesce finto

“Quando le patate saranno pronte (verificate la loro cottura facendo la prova dello stecchino: dovranno risultare morbide) sbucciatele e passatele con il passaverdure. Unite il tonno ed amalgamate molto bene i due ingredienti, aiutandovi con una spatola: dovrete ottenere un composto compatto ed omogeneo”

Dunque, abbiamo curato e fatto da sovraintendenti alla preparazione di un antipasto e di un primo piatto, ci sembra sensato che questo posto della classifica lo occupi un secondo. Ma non un secondo qualsiasi: uno con l’occhio da triglia!

Il pesce finto è un grande bluff: a seconda di quanto siate bravi con la faccenda delle decorazioni potrà sembrare più o meno vero, più o meno trota, più o meno pesce. Resta che quello pesce non è, ma un secondo piatto avvolto da una profumata crosticina, contenente sì del pesce (parliamo del tonno sgocciolato, per la cronaca), ma tutto mischiato a un goloso impasto di patate. Un pesce che sembra un pesce, pesce vero non è ma contiene del pesce: ragazzi, se non è poker questo, non sappiamo giocare a poker.

Il pesce finto bisogna andarlo a vedere, per capirlo. Poi, ovviamente, bisogna mangiarlo. Il poker è così: una serie di inganni e bluff, di occhi da triglia per ingannare l’avversario, di assaggi e di piatti svuotati! L’inganno delle feste è servito, bisognerà ricordarsi di approntare una tovaglia verde (che poi, assieme all’onnipresente rosso, è pur sempre un colore natalizio) e sperare che le nostre capacità culinarie possano avere la meglio sull’occhio critico di nostra cognata, sempre pronta a vedere ogni nostro errore e a farcelo notare con grazia micidiale*. 

Questo secondo piatto sarà il bluff del nostro pranzo e sarà molto divertente dire a tutti che no, non è una triglia, non è un salmone, non è una trota: è un impasto delizioso, coperto da una deliziosa crosticina, diventata brunita e croccante grazie alla sapienza del nostro fidato forno ventilato (30 minuti a 170 gradi).
Abbiamo una variante, una specie di Texas Hold’em: niente crosta, solo impasto coperto da patate a fettine come squame! In quale della due ricette calerete la vostra scala reale in faccia a vostra cognata?

*Disclaimer: se vi sembrano storie di vita vissuta è perché sono storie di vita vissuta.

Un pesce finto, l'antipasto a base di tonno
Un soufflé

2. The blackjack soufflé

“A questo punto preparate delle strisce di carta da forno alte circa 7-8 cm e lunghe quanto la circonferenza delle cocotte in cui andrete a mettere il soufflé. Posizionate le strisce all’esterno di ogni cocotte e fermatele con un pezzo di spago (in questo modo, quando durante la cottura il soufflé comincerà a gonfiarsi, non avrà modo di uscire dallo stampo lateralmente e si espanderà solo in verticale)”

Only the brave. La seconda posizione è per chi ha mente fredda, cuore saldo, nervi imperturbabili e nessuna paura di stare al mondo. Stiamo per avvicinarci silenziosamente al tavolo e alla cucina, con uno dei giochi e dei piatti che fanno della sfida sul filo del rasoio la loro natura: il Blackjack e il soufflè.

Qui tanti hanno perso soldi, senno, fiducia in se stessi e tanto altro: qui solo i coraggiosi veri osano addentrarsi.

Sfidare il banco a Blackjack, sperando di non sballare, è materia per palati fini e stomaci forti: ci sono tanti film che parlano dell’adrenalina che questo gioco è capace di spingere nelle nostre vene, uno con protagonista Kevin Spacey (date un’occhiata alla pagina sui migliori film a tema gambling per saperne di più, qualora questo gioco sia proprio il pane per i vostri denti).

I polsi non devono tremare nemmeno quando ci avvicineremo al forno per dare un’occhiata al nostro soufflé natalizio: non aprite quella porta (quello sportello, meglio), o almeno non anzitempo, pena uno sgonfiamento e un fallimento clamoroso del piatto. Così come chiedere al banco una carta in più per avvicinarci con successo al 21 tanto agognato, per poi scoprire che abbiamo sballato: talvolta, meglio stare. Stiamo con gli occhi al forno per un po’, quindi, a mirare la bellezza di un piatto complesso, affascinante, dall’aspetto rassicurante ma davvero stracolmo di rischi. Apriamo quando è il caso, altrimenti rassegniamoci a lasciare il nostro gonfio soufflé in forno per tutta la vita, dirigendoci con passo spedito a comprare… Un altro forno. 

Secondo posto meritatissimo per un piatto che forse non sarà un classico delle feste, ma sappiamo pure perfettamente perché non lo sia diventato: non tutti sono così sfrontati da arrischiarsi, la vigilia di Natale, a pregare santi e madonne per far riuscire una cena. Nessuno vuole rovinarsi l’umore a Natale, ma siamo certi che alcuni tra voi amano il rischio. Sfidate il banco gastronomia, signori. Fate il vostro gioco.

1. Cotechino e lenticchie: il jackpot di Capodanno

“A fine cottura eliminate il mazzetto di aromi e tenete in caldo le lenticchie cotte. Intanto il cotechino sarà giunto a cottura, scolatelo, scartatelo e trasferitelo su un tagliere facendo attenzione a non scottarvi”

Siamo alla prima posizione della nostra classifica, sapevate che presto o tardi questo momento sarebbe arrivato ed eccolo: cotechino e lenticchie si aggiudicano il podio dei piatti festivi come fossero giochi di casinò. E a che gioco accosteremo mai questo classico di Capodanno assieme al concerto di Vienna (Vienna, ci raccomandiamo, non la scrausa versione veneziana tanto in auge ultimamente nel nostro Bel Paese. Vienna.)? 

Proviamo a fare un gioco nel gioco, un gioco di associazioni: le lenticchie portano soldi, si sa, e a cosa potreste pensare quando vedete una cascata di questi legumi riempire il vostro piatto, quasi come se potesse da lì straripare e riempire la tovaglia, il tavolo tutto, la vostra casa, la casa del vicino e via via tutto il mondo? Esatto: alle monetine che cascano da una slot online dopo un jackpot.

Ammettiamo che questa è una delle associazioni piatti/giochi di cui andiamo più fieri, perché calza davvero a pennello. Prima di tutto perché, come detto, mangiare lenticchie si dice che porti soldi, forse proprio perché simili a tante monetine (ciao Daniele Silvestri, ti vogliamo bene e ti abbiamo citato, proprio con la tua “Monetine”, nella lista delle canzoni a tema gambling!). 

Poi perché si tratta di un piatto davvero semplice semplice, come… Tirare una leva! Basta infatti azzeccare la cottura delle lenticchie, scegliere i giusti odori e contare bene i minuti per la cottura del cotechino, ma niente più, di questo, niente più (cit. Claudio Baglioni): un piccolo grande piatto, solo un piccolo grande piatto. Il cotechino, poi, potrebbe essere il jackpot da favola, ma non vogliamo tirare troppo la corda con similitudini che rischiano di scapparci di mano. Teniamoci stretti alle nostre lenticchie, alle speranze che questo legume ci regala a ogni Capodanno e via così, terminando la nostra classifica.

Una raccomandazione: mettete a bagno le lenticchie prima di cucinarle, altrimenti risulteranno davvero dure come monete, sotto ai denti!

Un cotechino con le lenticchie
La stilizzazione di simboli di casinò (dadi, slot, fiche), utensili da cucina (mattarello e cucchiaio) e l'agrifoglio per il blog di Time2play

Come abbiamo scelti i 5 piatti natalizi abbinati ai giochi di casinò?

Buona domanda. In redazione ci siamo a lungo domandati quali criteri avremmo mai potuto adottare per stilare una classifica di questo tipo, dato che si tratta pur sempre di gusti, in questo caso di gusti papillari, di gusti di gusto, se ci permettete un gioco di parole un po’ puerile.

Coi gusti abbiamo cercato di accontentare tutti, avendo cura di scegliere un piatto per portata (l’antipasto coniuga antipasto e dolce, grazie alla trovata del panettone gastronomico!) e poi ci siamo fidati ad altri criteri, che vi elencheremo qui sotto per punti, in modo tale che possiate meglio capire come abbiamo stilato la nostra combattutissima classifica dei cinque migliori accostamenti tra piatti delle feste e giochi da casinò! Entrate dunque nei meandri dei ragionamenti di una redazione complessa e sofisticata come la nostra:

1. Piatti delle feste

Criterio banale o non banale che sia, abbiamo studiato i piatti più gettonati nel nostro Paese quando si tratta di festeggiare il periodo delle feste di Natale (periodo che comprende anche il Capodanno, ovviamente). Non tutti i piatti che abbiamo messo in classifica hanno la stessa naturale attinenza con le feste di Natale: alcuni sono tipici delle feste tout court, ad esempio. Piatti tipici di una domenica qualunque, però, possono ben diventare piatti imperatori delle feste di dicembre, e assai spesso lo diventano. Ecco perché non ci siamo fermati davanti al fatto che il consumo della lasagna alla bolognese sia piuttosto comune, nella vita degli italiani! Poi abbiamo inserito un piatto che, a causa della sua difficoltà di cottura, difficilmente potrebbe mai essere il principe sulla tavolata delle feste: ma la sua similitudine con un dato gioco era troppo evidente e ci ha spronato a spronarvi! Osate, se volete vincere ai tavoli da gioco e al tavolo di Natale! Ci piaceva, insomma, l’idea di riuscire a trovare un’attinenza abbastanza precisa col gioco, e questo ci porta al prossimo criterio!

2. Attinenza del piatto con un gioco

Ecco il vero punto focale della nostra classifica, ovviamente: non solo che il piatto possa essere natalizio, ma che abbia un solido link con un particolare titolo dei giochi da casinò. Non sempre è stato semplice, anche perché siamo partiti dai principali giochi di casinò cercando di trovarne il corrispettivo sulla tavola natalizia: una bella sfida. A volte ci siamo riusciti alla perfezione (o così ci piace pensare quando ci beiamo del nostro pesce finto con la poker face), altre volte l’accostamento è stato un poco più forzato, ma pur sempre attinente. Insomma, non una sfida di poco conto, sulla quale pensavamo di trovare una redazione unita e compatta e invece ci siamo dovuti ricredere, e alla svelta: i cannelloni spingevano da una parte, la crema al mascarpone dall’altra, e tutto sembrava urlarci “Non inserite una parmigiana di melanzane, siete fuori di testa?!”. Eppure delle scelte intelligenti andavano fatte, armati anche della più fervida delle fantasie. E così, ecco che abbiamo deciso i nostri accostamenti.

3. Accostamenti e difficoltà di esecuzione

Siamo arrivati a un criterio un po’ complesso da spiegare, ma cercate di venirci incontro: la facilità di esecuzione di una ricetta dovrebbe essere traslata nella facilità di approccio al gioco. Ecco perché una ricetta complessa e che molto si fonda sulla fortuna ha avuto il suo corrispettivo nel Blackjack, dove davvero o la va o la spacca; ed ecco spiegato anche l’accostamento panettone gastronomico/baccarat, dove tutto (o quasi) sta nelle mani della dea bendata. O, ancora: cosa c’è di più semplice che tirare la leva di una colorata slot machine? Ecco perché abbiamo accostato questo gioco a quella che, forse, tra tutte, è la ricetta più semplice dei vari cenoni, quella di lenticchie e cotechino. Insomma, abbiamo cercato di non lasciare al caso questo accoppiamento, cercando di metterci in mezzo anche un criterio basato sulla semplicità o sulla complessità di esecuzione di una ricetta e del suo corrispettivo al tavolo verde. Ci siamo riusciti? Lo speriamo!

FAQ

Qual è il miglior accoppiamento ricetta natalizia/gioco di casinò?

Rispondere a questa domanda ci sembrava più semplice quando ancora non ci avevamo provato, ma la redazione è giunta a una risposta: il miglior accoppiamento in questo senso è lenticchie e cotechino con slot machine. La semplicità di esecuzione della ricetta è assai simile alla semplicità del gioco sui rulli, e le lenticchie ci ricordano troppo bene le monetine che tintinnano una sull’altra quando mettiamo a segno una vincita!

Con quali criteri avete operato per la vostra selezione?

Tra i criteri, ne abbiamo fatto prevalere uno che potremmo definire “di assonanza”, assieme alla banale ricerca di piatti che fossero precipuamente festivi. Il criterio “di assonanza” è quello che ci permette, anche attraverso uno sforzo di immaginazione e creativo, di associare un piatto (per diverse caratteristiche, come difficoltà di esecuzione, metodo di cottura e chi più ne ha più ne metta) a un particolare gioco da casinò. Ovviamente lo sforzo dell’immaginazione deve essere conteggiato, perché senza quella difficilmente potreste leggere le nostre righe e non storcere il naso!

Sono un appassionato di poker: quale piatto mi consigliate?

Nella nostra classifica trovate la risposta: il pesce finto è il piatto che fa per voi se siete dei pokeristi convinti. Questo perché si tratta di un bluff nel bluff: a prima vista sembra un pesce, poi, quando si scopre che di pesce non si tratta, scopriamo invece che parte del ripieno è effettivamente composta da tonno. Capite che queste scatole cinesi di inganni e controinganni troppo richiamano il poker perché non si pensi a un accostamento! Vi abbiamo convinti?

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