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Condivisori di streaming. Uno studio sugli account di Netflix

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Anche tu lo fai. Non è vero? Accedi a Netflix o ad altri servizi streaming usando l’account di qualcun altro, sia che viva nella tua stessa abitazione, sia no. Il punto, come sempre, è ridurre i costi mensili dei servizi d’intrattenimento. Ma ora che siamo sempre più vicini a un nuovo aumento dei prezzi, all’introduzione della pubblicità e a vederci bloccata la possibilità di streaming condiviso, cosa ne sarà dei nostri account di Netflix?. E, soprattutto, quanti ne rimarranno?

Negli Stati Uniti, ad esempio, dove Netflix ha annunciato l’introduzione di una pubblicità “soft” di qui a un anno e la volontà di porre un freno alla condivisione selvaggia degli account di streaming, Netflix sta già architettando un piano per aggiungere degli account singoli all’abbonamento mensile familiare.  

Una domanda sorge spontanea: quali saranno le sorti dei 4,6 milioni di abbonati in Italia?. Per cercare di rispondere a questo quesito, abbiamo deciso di porre una serie di altre domande agli streamers italiani lungo tutta la penisola, in uno studio che vuole fornire qualche informazione in più sui condivisori di account, chiedendo direttamente agli utenti di Netflix con quante persone condividono gli accessi, se sarebbero disposti a pagare per una propria sottoscrizione, e quale sarebbe la cifra massima oltre la quale non andrebbero se l’azienda bloccasse definitivamente l’opzione di condivisione. Ma entriamo nel dettaglio del nostro studio. 

L’Italia dello streaming condiviso

Per prima cosa, abbiamo voluto mappare l’Italia dello streaming condiviso chiedendo agli utenti Netflix, che hanno preso parte al nostro studio, in quale regione vivono e se pagano per un proprio account o se guardano Netflix attraverso l’account di un parente o di un amico. Perché è inutile negarlo: in Italia, condividere ci piace. A sorpresa, le regioni con la percentuale più alta di account condivisi sono la Valle d’Aosta (95%), la Basilicata (95%), la Liguria (94%), la Puglia (90%) e l’Umbria (90%). 

L'italia Dello Streaming Condiviso

Un fenomeno che abbraccia l’Italia intera, da nord a sud senza distinzioni. Fiore all’occhiello dei pagatori di account, il Molise, dove solo il 33% della popolazione dichiara di utilizzare l’account di un amico o parente per guardare Netflix. Ma la fotografia che se ne ricava, con percentuali che vanno dal 70% al 95%, è quella di un’Italia che non solo ama condividere gli account di Netflix con i parenti, cosa perfettamente consentita dai termini e le condizioni aziendali, ma che li condivide anche con amici, cosa non propriamente consentita. Infatti, allo stato attuale, Netflix consentirebbe la condivisione di un’unica sottoscrizione solo ai componenti di uno stesso nucleo familiare. E le sorprese non finiscono qui, se si analizzano con cura i dati che emergono di seguito. 

Condividere per condividere, senza chiedere nulla in cambio

Alla domanda se si paga per un proprio account, o se si guarda Netflix attraverso l’account di amici o parenti, il 46% degli intervistati ha dichiarato di pagare per il proprio account, e il restante 54%, che rappresenta la maggioranza, ha dichiarato di usare l’account di amici o parenti. A questo punto, abbiamo chiesto alla nobiltà di Netflix, ovvero coloro che pagano per il proprio account, se lo condividono con amici o parenti. L’84,2% ha risposto sì, che condividono il proprio account con i loro cari, contando una media di 2,7 persone per account. A coloro che pagano per il proprio account e che lo condividono con i loro cari, abbiamo poi chiesto se si fanno rendere il favore, attraverso l’accesso ad altri account di streaming pagati dai loro amici e parenti. Ebbene, solo il 33,2% di loro chiede il ritorno del favore, mentre il 66,8% dichiara di pagare per il proprio account, condividendolo con amici e parenti, senza chiedere niente in cambio. Un’altra freccia da scoccare all’arco della proverbiale generosità italiana, che condivide per condividere senza ricevere nulla in cambio. 

Condivirosi Di Streaming

Ma, considerazioni a parte, c’è un altro dato da valutare. A fronte della possibilità di un nuovo incremento dei prezzi, come è già avvenuto negli Stati Uniti e in Canada, abbiamo chiesto agli streamers intervistati quale fosse il costo massimo che sarebbero disposti a pagare e oltre il quale non andrebbero per guardare i contenuti su Netflix. La media? 16.87 € al mese come tetto massimo oltre il quale sarebbe meglio non spingersi per non incorrere in una valanga di chiusure. E non contenti, abbiamo chiesto agli utenti di Netflix Italia se, qualora l’azienda bloccasse la possibilità di condivisione degli account, sarebbero disposti a effettuare una sottoscrizione loro stessi. Qui, l’ultima sorpresa: il 71,2% degli utenti ha dichiarato che, se Netflix bloccasse gli account condivisi, non pagherebbero per una sottoscrizione. Un dato che Netflix farebbe meglio a tenere in considerazione, dunque, se non vuole perdere un mercato da 4,6 milioni di abbonati. 

 

Il progetto di Time2play

Time2play è un progetto nato da menti grandiose unite da tre valori chiave: affidabilità, lealtà e perfezione. Lavorando nell’industria dei casinò online da molto tempo, sappiamo di meritare la fiducia dei nostri utenti, perché fedeli ai giocatori online e non ai casinò. Abbiamo un unico obiettivo, ovvero vedere un cambiamento di direzione dal modo oscuro in cui l’industria è stata gestita per anni, guidando gli utenti verso i migliori casinò online live e i nuovi casinò online. Indirizziamo gli utenti esclusivamente verso la scelta di casinò online sicuri, diffidando da siti che non tengono conto che si ha a che fare con soldi veri e potenziali truffe. Nella nostra pagina dedicata a casinò online soldi veri troverai infatti molte informazioni utili sui sistemi di pagamento sicuri e sui metodi di riscossione del denaro. Buona lettura!

 

Metodologia

Ad aprile 2022 abbiamo intervistato 1.067 italiani provenienti da tutte le 20 regioni italiane. L’età media degli intervistati è 27 anni e il reddito familiare medio annuo è 33.540 €. 

Per qualsiasi richiesta giornalistica, per favore contatta: [email protected]

 

Fair Use 

Se vorresti condividere questo studio o i materiali informativi contenuti, con i tuoi conoscenti o il tuo pubblico di riferimento, puoi farlo liberamente. Assicurati però di includere un collegamento di attribuzione (web link) a questo studio. Grazie. 

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