Bacco, tabacco e Venere: qui Bacco c’è, tabacco vedete un po’ voi, quanto a Venere… Vale una Dea? Perché nelle prossime righe avremo quella bendata, Fortuna, che intende suggerirci i suoi abbinamenti preferiti tra giochi da casinò online e vini! No, non ci siamo bevuti il cervello, né abbiamo esagerato con i bagordi delle feste: in redazione abbiamo avuto però un’idea piuttosto originale (complice senza dubbio il clima scazzafrullone) che potrebbe almeno farvi sorridere e abbiamo deciso di indagarla un po’.
Dovrete poi ammettere che, dopo un post a tema “se i piatti natalizi fossero giochi”, lasciare i beveraggi fuori dalla porta ci avrebbe forse fatto meritare l’appellativo di “rigidoni”: invece a noi il vino piace e vorremmo dedicargli questa pagina. Siamo pur sempre italiani e, per quanto i vini che abbineremo ai nostri giochi di casinò preferiti non siano tutti del Belpaese, nel nostro vino scorre un po’ di sangue! Già potete immaginare come la nostra redazione si sia scannata per scrivere questo articolo, sì? Certo, se gli animi si scaldano pure per il pesce finto della nostra precedente classifica, immaginatevi sul vino!
Oltre a questo va detta un’altra cosa. Abbiamo optato per degli assaggi, procedendo così: ognuno ha portato in redazione la sua bottiglia proponendo un abbinamento, ovviamente motivandolo. Capite bene che alla fine della giornata si era tutti abbastanza allegri, per così dire, e abbiamo concluso con più armonia. Un esperimento da ripetere? No, perché qui ci giochiamo il posto di lavoro, meglio evitare!
Ma basta con i convenevoli, partiamo con la classifica dei migliori abbinamenti tra giochi di casinò e vini!
8. Monopoli e prosecchino
Un gioco frizzante, leggero, divertente: lo abbiamo giocato fin da bambini ed è un grande classico della tradizione, sia durante il periodo delle feste che in ogni momento dell’anno. Il Monopoli è quel gioco che ci invita a possedere intere vie, da quelle più scrause della città fino a quelle più chic e di valore, metterci case, hotel, più case, più hotel, insomma, il Monopoli è il Monopoli, e anche online è un gioco che sbanca, grazie agli operatori che ce lo mettono a disposizione.
Un gioco leggero, frizzante, pieno di brio, capace di risollevarci l’umore anche nei momenti peggiori e… Aspettate un attimo, c’è un vino che risponde perfettamente a queste caratteristiche, giusto? Si tratta del Prosecco: leggero, perfetto per un aperitivo con gli amici, senza troppe pretese (ammesso che non si vada sui grandi nomi, e parliamo della Franciacorta o di Valdobbiadene, perché lì, anche se mai ci sogneremmo di definire quelle bottiglie “pretenziose”, si cambia comunque campionato!).
Ergo, Monopoli e Prosecco è la nostra prima accoppiata tra Bacco e la Venere bendata: un gusto che, in ogni caso, grazie anche al gran quantitativo di bollicine, è riconoscibilissimo anche a occhi chiusi, dato che quasi ognuno di noi ha assaggiato almeno una volta nella vita questo delizioso prodotto.
Oltre a questo, riflettete pure sulla pedina che volete utilizzare: avete presente il candeliere, il funghetto e via discorrendo? Ebbene, se fate mente locale vi renderete conto che ce ne sarebbe una davvero perfetta e in tema… Sì, parliamo del fiasco di vino! Si riempiano i calici (anzi, i flute, per essere più precisi) e si dia inizio al gioco: si punta su Parco della Vittoria, stando attenti a quando si pesca dagli Imprevisti e sperando di ereditare dalla vecchia zia quel che basta per aggiudicarci la partita!
7. Lambrusco e pop-corn? No, e slot machine!
Ci scuserà il buon Luciano Ligabue se osiamo mettere mano al titolo di una sua famosissima canzone per adattarlo al nostro pezzo, ma in redazione non si guarda in faccia a nessuno e si compie dello sciacallaggio spinto. Le slot online sono uno dei giochi più apprezzati sulle piattaforme dei casinò e il motivo è presto detto: sono tantissime, semplici da giocare, colorate, veloci, divertenti e leggere. I temi a nostra disposizione sono pressoché infiniti e una potrebbe facilmente tirare l’altra.
Ogni operatore online sa quanto ci piaccia tirare quella leva con negli occhi, ogni benedetta volta, tanti orizzonti di gloria, mentre guardiamo i rulli cascare sullo schermo uno dopo l’altro. Quale vino potrebbe darci la stessa sensazione? Un vino piuttosto corposo, sì, ma che non dia troppo alla testa, perché dobbiamo comunque renderci conto di quali simboli e linee ci stanno pagando. Un vino che, come si dice dalle parti dell’autrice di queste righe, “Al va giù cum’è un rusòli” (tradotto: va giù come un rosolio, tipica bevanda che i bimbi tracannerebbero a go go): il Lambrusco. Emiliano come il Liga (sapete che non bisogna confondere Emilia con Romagna, nel paese dei campanili, vero?), ottimo per accompagnare grasse libagioni, ma leggero e (talvolta) amabile.
Amabile nei due sensi di marcia: sia perché dolciastro, sia perché degno delle chiavi del nostro cuore. A Bologna non potrete fare a meno di ordinare un piatto di crescentine con salumi e annaffiarle con del Lambrusco DOC. Insomma, un bicchiere tira l’altro, proprio come i tiri di leva su una slot: un gioco leggero, amabile e non impegnativo, un gioco che “va su tutto”, proprio come il Lambrusco. No, non sul pesce. Ma non fossilizziamoci.
6. Una roulette barbarica? No, barbaresca!
Fermi tutti, qua già si inizia a sentire un certo calore: il tasso alcolico si sta alzando e stiamo andando a toccare vini più corposi e anche di gradazione più alta dei precedenti. Non solo: stiamo per parlare di un vino che vanta uve e metodi davvero pregiati, con una storia lunga che lo rende uno dei vini più apprezzati del nostro Paese, sia in Italia che all’estero.
Parliamo di sua maestà il Barbaresco: dire di una donna che, se fosse un vino, sarebbe un Barbaresco, è di sicuro un grande complimento (a patto che poi abbiate il fegato di ordinarlo in una cena romantica al ristorante, altrimenti FATE A MENO*). Sì, abbiamo parlato di “fegato” perché si tratta di un vino discretamente costoso: del resto, il valore di una bottiglia parla da sé, soprattutto se ne valutiamo correttamente il contenuto, e nel caso del Barbaresco non si può sbagliare. Insomma, se volete fare una bella figura e andare sul sicuro, questa è la bottiglia che dovete acquistare.
E quale gioco potrebbe essere così sofisticato eppure alla portata di tutti i palati? Quale gioco ci chiede di investire sul rischio, mentre la nostra testa gira e gira e gira (da una parte per i gradi di questo vino corposo, non dimentichiamo!)? Semplice: la roulette. Signore e signori, un gioco corposo, divertente ma che ci lascia col fiato sospeso da quando il croupier dice le magiche parole “Les jeux sont faits, rien ne va plus”: chi ha puntato ha puntato, chi ha desistito ha desistito, facciamo girare la ruota e vediamo se uscirà il rosso che tanto state aspettando.
Il rosso corposo di una bella bottiglia di Barbaresco, da abbinare a questo gioco sofisticato accessibile sui tavoli dei casinò fisici così come nella versione roulette online su quelli virtuali: occhio alle versioni live, perché potreste davvero non rendervi conto di essere al computer. Soprattutto se decidete di bere qualche calice di rosso in più!
*Una specie di messaggio di servizio, portate pazienza
5. Un blackjack color rosso Cerasuolo
Sì, ok, lo sappiamo: se il Jack è “black” non si vede per quale ragione dovrebbe essere da noi definito “color rosso Cerasuolo”. Ci sono diversi motivi per i quali ci sentiamo di accostare questo gioco a questo vino e siamo qui per dirveli tutti.
Dunque, partiamo dal vino: iniziamo col dire che si definisce “rosso”, ma molti lo scambiano per un “rosato”. Presentarsi a una cena con in mano una bottiglia di vino che pare rosato potrebbe farci rischiare il posto a tavola, visto come sono guardati i rosati molto spesso (e molto spesso anche a torto, ci sentiamo di aggiungere!). Le bottiglie di rosato sono viste come vini che non sanno né di me né di te, né carne né pesce, sono sempre un rischio. Ma questo vino, pur sembrando un rosato, ha una personalità decisa: si tratta di un vino secco, con sentori di mandorla e spesso anche di frutti rossi.
Ecco, il blackjack online è così, secondo noi: lo diciamo dopo aver bevuto una generosa bottiglia di questo vino abruzzese delizioso, ma lo diciamo lucidamente. Si tratta di un gioco in cui il rischio la fa da padrone, in cui si potrebbero contare le carte (se avrete voglia di dare un’occhiata al nostro precedente post sui migliori film a tema casinò potrete farvene velocemente un’idea) ma se lo si fa si viene sbattuti fuori e in cui bisogna sperare di ottenere il punto giusto. Così col Cerasuolo: si rischia a portarlo a una cena (“Un rosatoooo?! MA PERCHÈ!!!”), ci si gusta il punto quando si stappa, non bisogna contare i bicchieri (degli altri) perché altrimenti si rischia di essere sbattuti fuori dal tavolo.
Il Cerasuolo è sempre una sorpresa, una sfida, una scoperta: il nostro Jack di picche fa lo stesso. I tavoli sono diversi, uno è coperto da un panno verde, similmente al tavolo de “Il giocatore di biliardo” cantato dal buon Angelo Branduardi -non c’entra, ma ascoltatela-, mentre l’altro è imbandito e, sperabilmente, circondato da amici o familiari, ma le geometrie e i rischi, talvolta, sono i medesimi.
4. Baccarat e Champagne, stasera brindiam!
Anche qui chiediamo una sponda alla musica, citando Giorgio Gaber e la sua “Barbera e Champagne”: pur amando la Barbera, lo lasciamo un momento da parte e ci accostiamo al perlage sofisticato di uno dei vini francesi più conosciuti al mondo. Forse il più conosciuto, dato che parliamo di Champagne. Il vino delle grandi occasioni, anzi, delle grandissime occasioni. Se volete fare gli sbruffoni, questa è la bottiglia che fa per voi (infatti in redazione nessuno l’ha portata, non si tratta di un vino da bere alla carlona, se capite cosa vogliamo dire).
Ma perché accostiamo questo celebre vino francese al gioco del baccarat? Spiegarlo è davvero materia semplice, per noi, quindi non fermatevi a questa riga ma procedete senza indugio. Dovete sapere che il baccarat è un gioco nato a Macao, poi importato in Francia, nel XV secolo: qui si è diffuso molto velocemente, soprattutto alla Corte del Re. Ecco di cosa parliamo: di un gioco simbolo della nobiltà francese fin dalla sua origine.
Per questa ragione, il vino di questo gioco non poteva che essere uno dei top di gamma della corte delle vigne, lo Champagne. Certo, anche i ricchi piangono, lo sappiamo perfettamente, però piangono lacrime con le bollicine. Mentre ci apprestiamo a un tavolo di baccarat online, dunque, mettiamoci in ghingheri: soprattutto se giochiamo alla sua versione sui live casinò, potremmo fare un figurone presentandoci con un completo di tutto rispetto e con in mano un calice del prezioso liquido imbottigliato nelle ex terre del Re Sole. Se vi sembra troppo pretenzioso potreste ben aver ragione, ma la vita è una, bisogna pur cercare di viverla da gran signori, giusto?
3. Craps e… Chablis!
Vino perfetto per accompagnare le ostriche, anche perché prodotto assai vicino al territorio francese celebre per gli allevamenti del gustoso (e pregiato) frutto di mare, questo vino è un colpo al cuore: dovete sapere che spesso contiene una nota di “pietra focaia” (giuro!) e, sia pure raramente, una nota che viene definita “di acciaio”. Ora, sappiamo che questo potrebbe non invogliarvi ad acquistare una bottiglia di Chablis e ci dispiace: si tratta di un vino per veri intenditori, un vino di nicchia, apprezzato soprattutto da chi di vini ne ha fatto una malattia (no, non parliamo solo di chi fa strani versi quando si porta un calice alle labbra!).
Ed ecco spiegato l’accostamento, di sicuro meno ardito di alcuni che vi abbiamo proposto, dobbiamo riconoscerlo: il Craps online è un gioco per intenditori, per cultori dei dadi, per chi fa del gioco una questione molto intima con la fortuna e vuole stabilire, parlando a un ipotetico consesso tra amici, la sua decisa alterità.
Il Craps è un gioco di dadi, fondamentalmente: qui sta la sua marcata differenza con tutti gli altri giochi di cui abbiamo finora scritto, ma pure con quelli di cui avremo modo di scrivere tra poco. Si tratta di decidere su quali combinazioni di “facce” scommettere e poi tirare i due dadi e vedere se la fortuna ci assiste. Si parla poco del Craps come poco si parla dello Chablis, rendendo questi due nomi oggetto di culto solo per pochi. I pochi che hanno voglia di addentrarsi su sentieri meno conosciuti, meno battuti, ma che molte soddisfazioni possono riservare a chi vi si incammini. Stappiamo dunque insieme una bottiglia di Chablis e tiriamo i dadi, aspettando l’accostamento che occuperà la seconda posizione!
2. Un Vermentino da Sette e mezzo? quello di Gallura
Non ce ne vogliano gli amici galluresi, il voto del titolo di questo paragrafo è scritto per puro amore dei giochi di parole, perché il Vermentino di Gallura è, a parere della nostra redazione, il più buono tra tutti i Vermentini. Si tratta di gusto personale, non inoltrateci le vostre lamentele!
Di che vino si tratta? Sì, perché anche qui, proprio come per lo Chablis di prima, si rischia di non conoscerlo a sufficienza: non parliamo di un generico Vermentino di Sardegna, care signore e cari signori, ma di un Vermentino che ha i suoi natali in una regione tra le più celebri dell’isola, grazie anche alla presenza sul territorio di amene località come Porto Cervo e la Costa Smeralda.
Questo vino riceve il marchio di qualità solo se prodotto all’interno della provincia di Sassari e ha un tasso alcolico che in media si aggira attorno ai 12 gradi (ma chi vi scrive assicura che una volta ne ha assaggiato uno che raggiungeva i 17. Non scherzo, un bianco da 17 gradi, con una temperatura dell’aria di 39. Tirate voi le somme del pranzo). Va dal gusto più secco a quello più amabile ma in genere ha un gusto assai deciso, perfetto per accompagnare libagioni a base di pesce. A cosa abbiniamo un vino prodotto dai galluresi, popolo che per ascendenza e vicissitudini ha sviluppato una testa dura e un carattere un po’ umbratile? Al sette e mezzo online.
Per quale ragione?
Si tratta di un gioco che ci vede duellare contro il banco, con decisione, tenacia e una buona dose di sprezzo del pericolo. In più si tratta di un vino bianco, leggero e godibile soprattutto se consumato fresco, e decisamente palatabile anche per chi non goda particolarmente del sapore del vino: proprio come il Sette e mezzo, un gioco che fin da bambini ci hanno insegnato a giocare attorno alle ricche tavolate delle feste. Oltre a questo, il Sette e mezzo è un gioco tutto italiano: potevamo noi non abbinarvi un vino del Belpaese? Assolutamente no, quindi ecco motivata la seconda posizione, buona per i testoni che non mollano un colpo, siano come siano le avversità! Go Gallura!
1. Il poker Amaro… ne
Giunti a questo punto del pezzo ci siamo quasi dovuti arrendere ai fumi dell’alcol, per questo il gioco di parole non è che sia riuscitissimo, ma intendiamo scommettere sulla vostra pazienza. Parliamo di un vino pazzesco. Non a caso lo abbiamo messo in prima posizione (ricordiamo una volta di più: SONO SOGGETTIVE, SONO GUSTI, CI SIAMO SCANNATI PURE NOI).
L’Amarone della Valpolicella si produce solo e soltanto in… Beh, in Valpolicella, provincia di Verona. Si tratta di un vino passito secco, di gradazione mediamente attorno ai 14 gradi, dal meraviglioso color granato e dal gusto inconfondibile, dato che è forte, caldo, pieno e vellutato. Sì, ne stiamo tessendo le lodi, tra un singhiozzo e l’altro, ma si tratta di un vino maestoso. Ecco, miglior termine non si sarebbe potuto trovare. Frutta matura e confettura di lamponi e amarena sono i suoi sentori olfattivi. Notevole, vero?
Quale gioco da casinò è così sontuoso, così elegante, così caldo e corroborante? Il poker, senza ombra di dubbio. Al tavolo, solo i più coraggiosi, quelli coi polsi che non tremano e con la faccia di marmo (o “Poker face”, come canta Lady Gaga e noi ricordiamo in un altro nostro pezzo sulle migliori canzoni a tema gambling). D’accordo, eccezionalmente faremo andare bene anche il video poker.
Un’accoppiata vincente come una scala reale: siete pronti a segnare il punto più alto portando a una cena una di queste bottiglie? Perché di certo farete una figura imperiosa. Ovviamente dovrete aver voglia di spendere un po’, ma proprio come nel poker, chi non risica non rosica e se avete voglia di rosicare mandando giù un bicchiere di quelli buoni non vi resta che affidarvi alla Valpolicella. Una prima posizione conquistata senza se e senza ma.
Come sono stati scegli gli 8 vini da abbinare ai giochi online
Ci si potrebbe chiedere come abbiamo fatto a stilare questo genere di classifica e la domanda non sarebbe certo delle più peregrine: a chi mai potrebbe venire in mente un’idea tanto balzana? Alla nostra redazione, ovviamente, che quando c’è da stilare classifiche decide di non farsi mai mancare nulla, nemmeno quelle più assurde (qualcuno ha parlato di piatti natalizi e giochi?).
Ma calma, perché anche noi abbiamo i nostri criteri che, per quanto non troppo stringenti, in ogni caso ci guidano nella selezione e poi nella scelta, sia dei giochi che di cosa abbinare loro (in questo caso, i vini). Ordunque, da cosa ci siamo fatti guidare, in questa oscura selva di uve, vitigni e passioni per i giochi da casinò?
Vediamo i criteri, elencati scrupolosamente di punto in punto, per rendervi più chiare le nostre decisioni:
FAQ
Qual è il miglior accostamento tra vino e gioco di casinò?
A nostro sereno giudizio, sempre ovviamente opinabile, si tratta di quello poker/Amarone: un gioco corposo come il vino a cui lo abbiamo accostato, che necessita di una forte tempra e di nervi saldi, come quelli che servono per affrontare una cena pasteggiando ad Amarone. Insomma, un buon rischio, che sicuramente verrà ripagato!
Quali criteri vi hanno guidato nella selezione?
Abbiamo fatto del nostro meglio con i criteri, pur non essendo enologi, per accostare un carattere proprio del vino in questione, o del territorio che lo produce, a un determinato gioco di casinò: se leggero e frizzante come il Monopoli, ecco che gli abbiamo abbinato un vino leggero e frizzante, il Prosecco; se un po’ sconosciuto come il craps, ecco che l’abbinamento era con lo Chablis; se il gioco prevedeva di essere dei bei testoni per procedere col chiedere una carta, abbiamo accostato un vino prodotto in un territorio celebre per il carattere determinato dei suoi abitanti, il Vermentino di Gallura.
Sono un appassionato di roulette: quale vino mi consigliate?
Per il gioco della roulette, così colmo di fascino e di charme, abbiamo optato per l’abbinamento con un celebre vino italiano, anch’esso molto charmant: il Barbaresco. Sofisticato ma altamente palatabile, questo vino ben rispecchia la filosofia della roulette. Almeno secondo noi!