“Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare / la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi / Venezia, la vende ai turisti”
Provate a fare un piccolo esercizio di immaginazione insieme a noi: chiudete gli occhi e immaginate una città. Ora, fate in modo che questa città, al posto delle vie, abbia dei canali. Delle vie d’acqua che la attraversano in ogni direzione e che lasciano che i primi raggi di un pallido sole disperdano la bruma che, spesso, si addensa sulla loro liscia superficie durante le lunghe, umidissime, notti.
Ora immaginate di passeggiare sulle rive di questi canali, ora grandi, ora più piccoli, e di poter lasciare vagare lo sguardo sui grandi palazzi che ancora conservano i segreti dei dogi: palazzi signorili, che regalano ai vostri occhi un’emozione antica.
Sì, siete a Venezia. La città delle calli, delle ombre, delle gondole.
Capitale per oltre 1100 anni della Serenissima Repubblica di Venezia, la città si espande su più di 100 piccole isole all’interno di una laguna che troppo spesso si è vista vittimizzare da immense navi colme di turisti dal dito inferocito su macchine fotografiche che raramente hanno partorito capolavori. Ma Venezia non è solo questo: ce lo canta Francesco Guccini poco sopra e ci riverbera nelle ossa, lo sappiamo.
Nelle prossime righe vogliamo parlarvi della storia e dell’attualità di una delle istituzioni veneziane, dati anche i suoi trascorsi secolari; nelle prossime righe parleremo del casinò di Venezia.
Questo casinò vanta una storia lunghissima, intessuta in quello che fu l’anima della città in cui è nato: dobbiamo risalire al 1600 per avere il polso della situazione. Fu in quel secolo, infatti, che a Venezia nacquero i Casini, piccole sale nascoste, calde e accoglienti, all’interno delle quali far salotto, ordire tresche (amorose e non) e, ovviamente, darsi al gioco d’azzardo. Ve li immaginate? Se continuiamo col nostro gioco immaginativo, possiamo proseguire a chiudere gli occhi: l’odore del tabacco bruciato, il vociare e le risate dei giocatori, quasi certamente mercanti di stoffe pregiatissime con un carico appena preso in consegna, nobili, donne capaci di uccidere con uno sguardo. È una storia nascosta, ben celata nel segreto delle calli.
Pensate che, attorno ai tavoli da gioco, vigeva la regola del silenzio: forse anche per cercare di mantenere un certo anonimato, dato che tutti quelli che varcavano la soglia dei Casini dovevano indossare una maschera, eccezion fatta per i barbabotti, ovvero i croupier; non solo: avete ancora negli occhi i palazzi di cui abbiamo scritto poche righe più su? Ebbene, sappiate che attorno ai tavoli da gioco non si usava scommettere solo vil denaro, ma anche palazzi interi: non era affatto infrequente, quindi, che storici e meravigliosi palazzi passassero da una mano all’altra, da una famiglia nobile all’altra, cambiando così il loro nome in una girandola di proprietà.
Ora la evochiamo, questa storia tanto antica, chiedendole di circondarci della sua eco mentre ci inoltriamo tra le fitte nebbie che hanno fatto sviluppare in questa città un grande gusto per il gioco d’azzardo.
La nascita del casinò di Venezia
In principio furono i Casini, come abbiamo visto. Venezia ne vide moltiplicarsi il numero, nel corso del 1600 e, in grande espansione, nel 1700: la loro nascita è motivata dalla necessità di dare una qualche forma di legalità al gioco d’azzardo, perché di sicuro le persone non avrebbero mai e poi mai smesso di giocare, per cui tanto valeva regolamentarlo in qualche modo; ovviamente, questo comportava anche un profitto per le case da gioco e quindi un mercato assai fruttuoso per la città tutta.
San Moisè è stato il primo ad aprire la sua attività, anno domini 1638. Da allora, la storia dei Casino veneziani ha inizio: le radici di quello che, a oggi, è la più antica sala da gioco al mondo. Sì, avete letto bene: Venezia ha, nella sua magica laguna, il più antico casinò del pianeta. Un gran bel primato, se siete d’accordo con noi.
Oltre a questa storia ricca di suggestioni e di colori, dovete sapere che la sua prima sede, quella di San Moisè, appunto, è rimasta intoccata fino al 1774.
Nel 1938, poi, attraverso un regio decreto firmato due anni prima, una nuova sede di questo casinò è stata inaugurata al Lido.
Il palazzo storico del casinò
Mentre vi scriviamo, dovete sapere che il casinò di Venezia, almeno la sua componente “storica”, si trova in Ca’ Vendramin in Calergi: è stata qui spostata durante gli anni ’50.
Ca’ Vendramin in Calergi: chi oggi volesse passare a giocare in questa storica sala avrebbe anche la preziosa opportunità di visitare uno dei palazzi più belli e maestosi di tutto il Canal Grande. Si tratta di una residenza molto antica, risalente al tardo ‘400, costruita da Mauro Condussi per la famiglia Loredan, ai tempi molto in vista in città; sapete in quanti anni è stato costruito questo maestoso palazzo? 28! Vi immaginate la meraviglia di una tale opera, costruita e perfezionata in 28 lunghi anni? Tanto meravigliosa che, al termine della sua costruzione, la famiglia Loredan si è vista costretta a venderla, causa debiti, a Vettor Calergi (ecco da dove arriva il nome odierno del palazzo: povera famiglia Loredan!).
Parliamo ora di un dettaglio curioso di questo palazzo così imponente: sulla facciata che dà sul Canal Grande vi è un’iscrizione, un’incisione in latino, che parrebbe ricondurre, secondo l’opinione di diversi studiosi, all’ordine dei Templari. La frase “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloria” (in italiano sarebbe “Non a noi, Signore, non a noi, ma al nome tuo dà gloria”, il palazzo è il soggetto sottinteso della frase) sarebbe infatti una espressione che, dai crociati dell’Ordine dei Templari, veniva utilizzata all’interno delle varie preghiere di ringraziamento.
Certo è che nell’antico palazzo si possono assaggiare molti giochi: non mancano le slot machine, ad esempio, anche se in numero più limitato rispetto alla sede “all’americana”; parliamo di oltre cento macchine! Oltre a queste abbiamo a nostra disposizione la Roulette Francese, lo Chemin de Fer, la Fair Roulette, il Blackjack, il Punto e Banco e il Carribean Poker.
Siete preoccupati di rimanere a stomaco vuoto? Ma come potete immaginare una simile eventualità! Ricordate che Venezia è pur sempre una città italiana, e come tale non potrebbe farvi mancare un luogo dedicato alle specialità culinarie della zona quasi in ogni struttura! E infatti la sede di Ca’ Vendramin in Calergi non vi farà mancare un ristorante famosissimo, il Wagner, la cui cucina vi farà trottare le papille gustative tra una puntata e l’altra.
Oltre al ristorante, se avrete voglia di prendervi una pausa dall’adrenalina, sappiate che potrete approfittarne per fare una deliziosa passeggiata all’interno del giardino di questo palazzo, affacciato anch’esso sul Canal Grande, oppure visitare il magnifico Salone delle feste, sito al piano nobile del palazzo.
Un’altra piccola curiosità: sapevate che l’ingresso principale di questo antico e incantevole palazzo dà sull’acqua? Ebbene sì: quando diciamo che esso si affaccia sul Canal Grande, intendiamo proprio dire che, almeno all’ingresso principale, o si arriva in gondola o si arriva in motoscafo, tertium non datur! Quindi, se progettate un ingresso in grande stile, alla George Clooney per intenderci, abbiate cura di affittare un mezzo adeguato, perché altrimenti potreste dover entrare dall’ingresso secondario e addio effetto scenico! A meno che non progettiate di fare un’entrata alla James Bond, quindi dopo un rocambolesco inseguimento terminato con un tuffo in Canale: a quel punto, tra l’altro, o siete davvero James Bond, con fascino e tutto nel vostro smoking bagnato, oppure avrete ben poche possibilità di fare il vostro ingresso nel palazzo, così bagnati come pulcini!
La sede moderna del casinò di Venezia
La storia si ferma qui? Proprio no: nel 1999, infatti, una nuova sede è stata inaugurata in Ca’ Noghera: rispetto alla prima, questa è assai più grande e costruita per ospitare tutto ciò che nel palazzo sul Canal Grande non poteva essere contenuto, tra cui più di 550 slot machine. Una sede piuttosto comoda, dato che si situa nei pressi dell’aeroporto cittadino Marco Polo, e che è anche il primo casinò all’americana costruito in Italia. Una sede moderna e all’avanguardia, anche per dare la possibilità di vivere un’esperienza diversa a seconda della personalità del giocatore: chi ama il classico e il richiamo affascinante di antichi fasti andrà sul Canal Grande e nella sede di Ca’ Vendramin in Calergi; coloro i quali, invece, avessero in animo un’esperienza più moderna, ricalcata su ciò che si può vivere in qualche sala di Las Vegas, sarà perfettamente accontentato dalla nuova sede.
Ma oltre alle slot? Niente paura, anche qui potrete avvicinarvi a diverse specialità: 33 tavoli disponibili per tentare la sorte, tra Fair Roulette (14 tavoli in tutto), Blackjack (6 tavoli), Punto e Banco (7 tavoli), oltre a Caribbean Poker, Ultimate Poker, Roulette Francese e Chemin de Fer.
Moderna ancor più oggi, questa sede, dato il grande investimento di 4.3 milioni di euro messo sul tavolo (stavolta non da gioco!) nel 2020, che ha fatto raggiungere alla struttura la superficie esagerata di 6.000 metri quadrati!
Eh già, perché questi lavori hanno aggiunto alla struttura originaria ben 1.400 metri quadrati: come a dire che se avete visitato questa sede prima del 2020 potrebbe valere la pena di farci un altro giretto, dato che potreste vederne delle nuove e, ovviamente, delle belle.
Oltre allo spazio riservato al gioco, poi, nemmeno questo distaccamento moderno vi farà mancare tanti utili servizi: una grande area dedicata al ristoro, infatti, vi aspetta al piano superiore della struttura, con tanti ristoranti e bar, oltre a una meravigliosa terrazza sulla quale godere di moltissimi meravigliosi eventi.
Se siete preoccupati che le norme anti-Covid della struttura possano non tutelare al meglio la vostra salute e quella dei vostri cari, poi, non preoccupatevi: è stato proprio nel corso della ristrutturazione di cui vi abbiamo parlato, infatti, che sono stati posti più di 1.000 metri quadrati di pannelli di plexiglass, in modo tale da dividere le varie postazioni e ridurre così il rischio di un eventuale contagio (posto che l’accesso è ovviamente vincolato al possesso del Green Pass).
Quanto al dress code, niente paturnie: almeno in questa sede non avrete particolari vincoli. Ovviamente questo rende l’atmosfera delle sale da gioco un po’ meno d’elite, ma il vantaggio è che non dovrete pensare e ripensare al vostro abbigliamento col rischio che qualcuno possa umiliarvi perché troppo poco elegante.
Attenzione solo al periodo estivo: non che pensiamo che poteste presentarvi in un casinò in bermuda e ciabatte, però meglio dirlo chiaro e tondo! Non ci si può andare in costume da bagno, o in pareo, o, appunto, in bermuda e ciabatte! Chiediamo scusa se offendiamo intelligenza e buon gusto con queste parole, ma lo facciamo solo per non essere fraintesi quando parliamo di “abbigliamento casual”!
Le opinioni dei visitatori
Sappiamo che questa è la sezione più trabocchetto del nostro pezzo, perché le opinioni, per loro natura, si sa, sono soggettive; riteniamo però utile dare un’occhiata a cosa dicono i visitatori di queste due strutture, almeno online, dato che facendo una media delle varie posizioni si potrebbe ottenere un punto di vista piuttosto imparziale. Ovviamente non sono opinioni di persone la cui visita è stata certificata, ma sappiamo anche da servizi come Amazon che, pure se qualcosa come un acquisto si dimostra essere “certificato”, questo non conti assolutamente nulla. Bando alle ciance, dunque, e lasciamo che a parlare siano gli ospiti!
In generale notiamo che, per ambedue le strutture, ci sono un po’ di sopracciglia alzate: si parla abbastanza diffusamente di come le strutture siano cambiate nel corso degli anni e di come, in generale, abbiano perso un po’ di allure. Ma non disperiamo: per quanto concerne la sede antica, per così dire, il fascino del palazzo è rimasto immutato; si legge, infatti, che gli affreschi secolari di grandissimo pregio non mancano di fare bella mostra del loro fascino e di come la magia delle sale da gioco, se pure più limitate nello spazio rispetto al passato, ancora incantino.
Note un poco più dolenti riguardano la sede nuova, appena ristrutturata, come detto: una nota importante è quella che riguarda l’ingresso degli animali. Se pure difficilmente potrebbe venirvi in mente di affrontare una notte di bagordi al casinò col vostro amico a quattro zampe, sappiate che un tempo l’ingresso ai cani, se portati in borsetta, parrebbe fosse tollerato, mentre ora non lo è più, anche se niente si legge a riguardo sul sito della struttura. Parliamo chiaramente di cani di piccola taglia, capaci di stare (sia pure senza particolari entusiasmi) all’interno di una borsa; ebbene, ricordate di rifocillarli, di munirli di acqua fresca all’interno del vostro alloggio, perché dovrete separarvene. Una piccola nota stonata è quella che riguarda le mance ai croupier: si dice, in varie opinioni, che essi siano un po’ troppo insistenti nel richiederne!
Alcuni parlano anche di un drastico ribasso del numero dei tavoli a favore delle slot machine, macchine che, per loro natura, non hanno bisogno di personale che le facciano funzionare: a questo riguardo non possiamo dir nulla, dato che nessuno della nostra redazione ha messo piede in questo casinò dopo la sua riapertura, dato che per effetto del Covid è rimasta chiusa per un bel pezzo.
Altra piccolissima notazione: se pensate di fare un salto in questo casinò per festeggiare il Capodanno, abbiamo scovato una chicca che potrebbe farvi desistere dal farlo! Un severo recensore, decisamente stizzito, non manca di farci sapere con caustica ironia di come l’ingresso costi più di quanto fosse indicato sul sito inizialmente e di come il brindisi di mezzanotte, costituito da spumante e panettone (il classico dei classici, insomma, ma non per quanto riguarda una struttura dal tiro così alto, ne converrete!) sia stato decisamente deludente, nonché… Sbafato nel giro di pochissimo tempo dai vari clienti che, dopo aver speso migliaia di euro ai tavoli, non hanno avuto quel moto di classe che avrebbe loro permesso di non azzuffarsi per ghermire una fetta di dolce!
Opinioni gustose, che non hanno mancato di strapparci un sorriso e, quando proprio era il caso, addirittura una sonora risata!
Le nostre conclusioni
In redazione, al fin della fiera, ci siamo chiesti se saremmo ben lieti di passare una serata in questo casinò che tanta storia ha visto passare sotto i suoi tavoli: al netto di ogni opinione negativa, la risposta unanime è stata un grande “Sì”. Certo, ci piacerebbe più fare un salto nel palazzo vecchio, quello più ricco di storia e anche di fascino, perché di “tremendoni” votati alla modernità faremo sempre in tempo a visitarne.
Ci appare comunque chiaro che dovremmo fare a meno di visitare questo casinò durante i festeggiamenti del Capodanno: nessuno di noi ha voglia di azzuffarsi per un calice di spumante e una fetta di panettone, quindi pensiamo che passeremo il testimone a chi è invece già stato in precedenza cintura nera di buffet (sappiamo tutti di cosa parliamo, vero?).
Speriamo, con le nostre righe, di avervi fatto venire una sana voglia di farvi un bel giro tra le calli di Venezia, assaporando peoci e bevendo ombre, per poi tuffarvi in una folle notte di adrenalina e divertimento attorno al tavolo della roulette o al Chemin de Fer, il gioco preferito da James Bond! Ricordate comunque sempre che l’esperienza di un casinò live si può vivere anche dal divano di casa sulle piattaforme dei migliori casinò online, anche se ovviamente il fascino e l’atmosfera sono del tutto differenti.
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