Così come abbiamo scritto della finale di Champions League in un nostro precedente articolo cercando di prepararci al meglio all’evento, ora tocca alla palla a spicchi e alle NBA Finals: chi la spunterà tra Boston Celtics e Golden State Warriors?
Mentre scriviamo, la sfida non potrebbe essere più equilibrata, visto che il punteggio è 1-1 alla vigilia della terza sfida, anche se si avvertono buone vibrazioni soprattutto per una delle due compagini.
Resta un punto e ci interessa rimarcarlo: i playoff NBA e in particolare le NBA Finals sono senza ombra di dubbio il punto più alto del campionato di basket americano.
Ecco perché il flusso di scommesse è molto alto, non solo negli USA, ma in tutto il mondo; si tratta di una passione bruciante che trova in questo periodo dell’anno uno sfogo adeguato, fatto di azioni esemplari, di tiri da tre che fanno ciuff alla perfezione e di suole che sdrucciolano sui parquet più affascinanti del mondo.
Facciamo un piccolo punto per capire come funzionano le finali, qualora non aveste proprio idea di cosa stiamo scrivendo.
Quando parliamo di Playoff intendiamo la seconda parte della stagione della NBA; questi arrivano dopo la Regular Season. Durante i playoff si sfidano le squadre più forti della Eastern e della Western Conference, in un torneo che si compone di tre parti, ovvero i quarti di finale, la semifinale e la finale di Conference.
Poi, cosa succede?
Facile immaginarlo: le squadre che si aggiudicano le finali di Conference si sfidano a loro volta proprio durante le NBA Finals (le protagoniste di questo nostro articolo, per l’appunto): chi vince, al meglio delle sette, piglia tutto, nella fattispecie il titolo di campione NBA e il simbolico anello del vincitore.
Abbiamo appena scritto che si tratta di uno scontro al meglio delle sette gare, non a gara unica: questo significa che la squadra che per prima otterrà quattro vittorie si aggiudicherà appunto l’anello.
Parliamo un po’ del fattore campo, perché, come in tanti sport, si tratta di una discriminante che ha molta rilevanza.
La squadra col miglior bilancio tra vittorie e sconfitte durante la Regular Season ottiene di poter disputare le prime due gare della finale in casa, dopodiché le (eventuali, ovviamente) gara cinque e gara sette; l’altra squadra gioca in casa gara tre, gara quattro, e l’eventuale gara sei.
Quindi, cosa succede in caso di parità dopo sei partite? Cosa succede, insomma, se dopo sei incontri il risultato è di 3-3? Dove si giocherebbe? La risposta è: “Sul parquet della squadra che, durante la Regular Season, si è piazzata meglio”.
E chi, tra le due formazioni in lizza nel 2022 (Boston e Golden State, come raccontano i loghi qui sopra), ha ottenuto questo risultato? Golden State. I Golden State Warriors di Stephen Curry.
Vediamo allora, più nel dettaglio, come si sta dipanando questo percorso e cerchiamo di fare il punto sulle due squadre che intendono aggiudicarsi il Larry O’Brien Championship Trophy, come si chiama il trofeo consegnato alla squadra vincitrice (no, un anello non bastava, se ve lo state chiedendo), iniziando dal cammino percorso dalle due squadre fin qui.
La stagione dei Golden State Warriors
Uno potrebbe essere portato a pensare che chi vince la Regular Season a Est o a Ovest sia nettamente favorito per approdare alle Finals. Ebbene, è vero, ma solo fino a un certo punto.
Pensate infatti che Golden State non si è classificata prima in Regular, ma terza: 53 vittorie, 29 sconfitte. Il tutto, ovviamente, a ovest.
Ma il meglio è stato dato proprio durante la fase di playoff: gli uomini di Steve Kerr, anche grazie all’uomo simbolo della squadra, Steph Curry, di cui avremo modo di parlare più avanti in questo articolo hanno saputo tornare a proporsi prepotentemente come era stato fino ad appena due stagioni fa.
Ma com’è stata la stagione di Golden State? Diciamo subito che la squadra non partiva col migliore dei morali: le due precedenti stagioni si erano concluse con un po’ di amaro in bocca, anche se quella raggiunta quest’anno è pur sempre la sesta finale NBA nelle ultime otto stagioni.
Dopo l’addio di Kevin Durant (e il mancato conseguimento dell’obiettivo di vincere tre titoli consecutivi, cosa accaduta quando i tempi di Kobe Bryant splendeano), dopo il 2019, insomma, i tempi dovevano essere abbastanza maturi per una ricostruzione.
Si sono messi a ricostruire con criterio proprio nel corso di questa stagione, con Curry e Draymond Green a fare da spina dorsale a un progetto che ha finalmente dato i suoi frutti, grazie anche a inserimenti di giovani chiave, a cominciare da quello chiamato D’Angelo Russell.
E insomma, il cammino in questa stagione non è stato il migliore della costa Ovest, ma è bastato per raggiungere i playoff: è qui che è arrivato il vero atto di forza della stagione dei californiani, recentemente spostatisi da Oakland a San Francisco, dall’altra parte della Baia.
Prima i Warriors hanno polverizzato i Denver Nuggets (4-1) per poi sconfiggere, perdendo solo un match in più, gli insidiosi Memphis Grizzlies (4-2). Il vero botto è arrivato nella finale di Conference, quando Curry & Co. hanno superato di slancio, ancora per 4-1, i Dallas Mavericks, che partivano coi favori del pronostico.
A questo punto manca solo il capitolo Finals per suggellare una stagione da sogno: una finale che stanno dimostrando di volersi giocare fino in fondo, dando gran filo da torcere agli avversari. Dopo l’imprevista sconfitta casalinga in gara-1, infatti (108-120), in gara-2 Golden State non ha lasciato scampo ai Celtics, stracciandoli 107-88.
Giusto, gli avversari dei Boston Celtics: ne parliamo?
Il cammino dei Boston Celtics
Potremmo riassumere la stagione degli uomini allenati da Ime Udoka con una sola frase: “Chi lo avrebbe mai detto?”. Nessuno, infatti, all’inizio di questa nuova stagione del basket a stelle e strisce, avrebbe mai potuto pensare a niente di simile: arrivare alle NBA Finals con in tasca il titolo della Eastern Conference.
Vediamo qualche numero: 51 vittorie e 31 sconfitte. Non così male, giusto? No, ma dovete pur sempre pensare che a ottobre, dopo 39 partite, le sconfitte ammontavano a… 21. Numero decisamente sconfortante per i giocatori, il coach e tutti i (tanti) tifosi di questa squadra.
Poi, però, qualcosa è cambiato: Ime Udoka è riuscito in una specie di miracolo sportivo, riuscendo a compattare un gruppo che non sembrava essere compattabile e ribaltando le sorti del campionato, riuscendo non solo ad approdare ai playoff ma addirittura a centrare la finale.
Pensate che sono 12 gli anni in cui Boston non ha marcato presenza in una finale NBA: lontanissimi paiono gli anni di Larry Bird, un genio della palla a spicchi che ha portato Boston sul tetto del basket lungo gli anni ’80.
Eppure si tratta di una squadra che ha in bacheca un numero impressionante di titoli, 17, un record che li appaia ai Los Angeles Lakers, squadra peraltro protagonista, nonostante la presenza nel roster del sommo LeBron James, della sua più tragica stagione da decenni in qua, conclusa senza nemmeno centrare lo spareggio per i playoff.
Una cavalcata degna dei grandi anni in cui Larry Bird splendea, invece, quella della squadra del Massachussets nei playoff: i Boston Celtics hanno dapprima eliminato la squadra favorita di inizio anno, ovvero i Brooklyn Nets, annientati con un sonoro 4-0.
Le vittime successive sono stati addirittura i campioni in carica dei Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo, piegati 4-3 in una serie all’ultimo respiro; alla fine, non paghi, hanno fatto secchi, nella finale di Conference, i Miami Heat, anche questa volta alla settima partita.
Una squadra che si è rivelata insomma squadra per davvero, contro ogni pronostico, e che ora rischia seriamente di mettersi in tasca il titolo di campione NBA.
La stella dei Golden State Warriors
Un nome, una certezza nella NBA: parliamo ovviamente di Stephen Curry. Si tratta di uno dei migliori giocatori di pallacanestro di sempre. Sì, di sempre, e non siamo certo gli unici a pensarlo!
Pensate che con Curry i Warriors hanno battuto il record di vittorie che prima apparteneva ai Chicago Bulls di un certo Michael Jordan: mica patatine, giusto?
Steph Curry è considerato il miglior tiratore delle storia: del resto, pensate solo che si tratta del giocatore che detiene il record per il numero di triple messe a segno in una stagione (parliamo di 402 triple messe a segno nell’annata 2015/2016!).
Non solo: nel 2021 è diventato anche il giocatore con il maggior numero di triple segnate nella storia della NBA tutte. Capite? E non finisce qua! Si tratta del primo e al momento unico giocatore che ha superato i 3.000 tiri da tre messi a referto in carriera.
Insomma, un fuoriclasse con un mirino negli occhi e polsi di acciaio.
Non stupisce che riesca a portare i Warriors dove sono, giusto? Certo, si tratta di lavoro di squadra, come abbiamo visto, ma qualsiasi team avrebbe difficoltà ad abituarsi a questi numeri per poi essere costretto a farne a meno, giusto? Ecco.
Fortunatamente, però, i Warriors non dovranno fare a meno di questa stella luminosissima nel firmamento NBA per questa finale. E soprattutto gara-2 ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, quanto la mano calda di Curry sia il prolungamento in campo dell’idea di basket di coach Steve Kerr.
Vedremo come andrà.
La star dei Boston Celtics
Se pensavate che potessimo non parlare della stella che brilla a Boston, vi sbagliavate di grosso, perché è impossibile non parlare di Jayson Tatum e del grande giocatore che è. Classe (tanta!) 1998, è a ragione considerato uno dei più forti e temibili giocatori della sua generazione.
Accostato addirittura ad alieni del calibro di Kobe Bryant, ha dalla sua il record di giocatore più giovane nella storia dei Celtics ad aver raggiunto i 60 punti in una partita.
Non solo questo, però: è anche il giocatore più giovane dei Boston Celtics ad aver segnato più di 50 punti in più occasioni all’interno della stessa stagione.
Un’ala piccola che però può anche giocare da guardia tiratrice o da ala forte che ha trascinato la sua squadra fino alla finale, distinguendosi sopratutto in gara sette contro i Miami Heat, durante la finale della Eastern Conference.
Riuscirà a portare alla vittoria del titolo i suoi Celtics, posto che, anche ma forse soprattutto in questo caso, si parla di lavoro di squadra, dato che a inizio stagione la squadra di Boston non sembrava aver molta possibilità di esultare?
Certo, ricompattare un gruppo attorno a stelle assolute del calibro di Tatum è più semplice, ma Boston ha dimostrato di aver garra da vendere, e Tatum pure.
Parlando di quote…
Parliamo adesso di ciò che più ci compete, ovvero di scommesse sul basket a proposito delle NBA Finals.
Partiamo dal metodo: quali siti abbiamo spulciato per arrivare a darvi le quote sulla finalissima NBA? Ne abbiamo scelti tre: il bookmaker Sisal, SNAI scommesse ed Eurobet scommesse.
Abbiamo controllato le quote e abbiamo selezionato per voi quelle che ci sembravano più indicative, arrivando a questi tre nomi.
Ora però, bando alle ciance e parliamo di numeri: a quanto sono date queste squadre? Chi ha più probabilità di aggiudicarsi la finale, tra Curry e Tatum?
Secondo Sisal, una vittoria di Golden State è data a 1.85, mentre la vittoria dei Boston Celtics è data a 1.95: ovviamente parliamo qui di quote antepost, non della prossima partita!
Quindi parliamo di chi, secondo Sisal (ma questo vale anche per i due operatori che vedremo tra poco), sarà così forte da aggiudicarsi il titolo!
Passiamo a SNAI: secondo questo famoso operatore italiano una vittoria di Golden State è data a 1.85, mentre una vittoria dei Boston Celtics sta a 1.90.
Ultimo operatore di cui spieremo le quote è Eurobet, come dicevamo. Ebbene, secondo lui quali sono le probabilità delle due squadre di aggiudicarsi le NBA Finals? Una vittoria di Golden State la quota a 1.85, mentre una vittoria dei Boston Celtics a 1.95.
Cosa possiamo evincere da questi numeri? Si tratta di uno scarto davvero molto piccolo, come avete avuto modo di verificare: questo perché l’equilibrio tra le due compagini parrebbe, a oggi, reggere.
Ovviamente sono quote che avranno modo di cambiare nel corso delle altre gare, quindi tenete sempre in considerazione il fattore temporale.
In ogni caso, a oggi pare davvero difficile potervi consigliare con piglio deciso su chi si aggiudicherà questo ambitissimo titolo: gli stessi operatori si mostrano super cauti, pure se fanno pendere la bilancia della probabilità di un pelo (ma giusto di un pelo, vedete?) verso Golden State.
Insomma, per pochissimo possiamo dare i Warriors favoriti, ma ehi, restate in zona quote perché potremmo vederne delle belle da qui a fine scontri!
Nel caso vi interessasse, a mo’ di esempio, sapere come girano le quote sulla gara-3, che si svolgerà (per noi) nella notte tra l’8 e il 9 giugno, sappiate che Eurobet quota la vittoria di Boston (in casa) 1.62, mentre quella di Golden State 2.24. Fate il vostro gioco!
Tirando (a canestro) le somme
Speriamo di avervi fornito un buon punto di vista e una buona occasione per fare il punto della situazione su un evento che non manca di entusiasmare persone e sportivi in ogni angolo del globo: parliamo di NBA, ovvero di una delle massime categorie cestistiche al mondo.
Se non la più importante, di certo possiamo dire che si tratta della più seguita, data la grandissima tradizione degli States in questo campo e la grande capacità che ha quel campionato di creare delle vere e proprie stelle, ma anche di esaltare le doti di stelle che americane non sono.
Avete intenzione di puntare? Allora vi diamo quello che riteniamo essere un buon consiglio: fate piazzate delle scommesse live, anche se ciò vi costringerà a restare svegli la notte, magari sfruttando il servizio di visione del match in streaming che alcuni operatori vi offrono.
Niente come una partita di basket vista dal vivo potrebbe aiutarvi a puntare scommesse con alta probabilità di essere messe a segno nel migliore dei modi.
Senza contare che potreste vedere le partite con i vostri amici (ah, le magiche notti in bianco dell’NBA, come perdere questa esperienza con gli amici?) e puntare assieme a loro, per creare un piccolo match dentro al grosso match!
Noi, per parte nostra, non possiamo che augurarvi che la fortuna stia ben salda dalla vostra parte, sia che parteggiate per Steph Curry, sia che le vostre simpatie si riversino sui compagni di Jayson Tatum!
Viva la pallacanestro, viva la NBA, viva i grandi campioni di questo sport!
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