Appassionati di numerologia sempre pronti a scovare coincidenze a ogni angolo, eccovi giunti all’articolo che potrebbe fare per voi. Ma pure se avete voglia di sorridere un poco, queste potrebbero essere le righe giuste.
Occorrente: curiosità e occhio di falco per segnalarci qualcosa che potremmo non aver notato riguardo al tema.
Non necessarie: skills calcistiche di qualsiasi tipo, per una volta non necessariamente legate al betting.
Bene, ora che abbiamo saldato le premesse, veniamo al punto: quali sono le maglie più bizzarre che i giocatori di calcio abbiano mai indossato?
Tenete conto che si parla sia di numeri non adeguati al ruolo che ricopre il giocatore (ad esempio il numero 9 comunemente associato al bomber: il finalizzatore quello che combina forza fisica a destrezza e fiuto del gol eccezionale), sia di associazioni spassose tra nome e numero, sia di strani escamotage per ottenere un numero di maglia che, purtroppo per il giocatore in questione, era già stato assegnato a un altro.
Tante casistiche, tante varianti, per un mondo, quello delle maglie di calcio, che difficilmente ci riserva grandi sorprese.
Ma iniziamo a capire meglio di cosa parliamo: vi illustreremo nove casi di giocatori che hanno fatto la storia della “numerologia calcistica”; storie bislacche, storie divertenti, storie di chi non si accontenta perché non ha nessuna intenzione di godere così così (cit. Luciano Ligabue).
Iniziamo col nostro piccolo elenco di curiosità!
Mohamed Salah e il numero 74
Nel 2012, in Egitto, ci furono dei grandissimi e gravissimi scontri a Port Said, tra i tifosi delle squadre dell’El-Masry e dell’Al-Ahly.
C’è chi disse che il mandante di quegli scontri fosse politico, chi lo nega e chi non sa/non risponde. Di sicuro un uomo che aveva abbastanza cuore da commemorare a livello internazionale le vittime di quegli scontri sanguinosi non se ne curava, almeno a microfoni aperti, e preferiva porgere i suoi rispetti portando sulle spalle un numero, il 74: questo il numero delle vittime di quel tragico 1 febbraio 2012.
Fu proprio questo, infatti, il numero che il (non ancora) top player, sebbene già fortissimo, Mohamed Salah scelse una volta approdato (in prestito) alla Fiorentina, tre anni dopo la strage di Port Said.
Questo il numero, tra quelli che citeremo, più commovente e con un movente più serio. Per questo partiamo da qua, dalla coscienza di un campione che sta per giocarsi la finale di Champions League e che ha deciso di dedicare una delle sue maglie a una tragedia del suo Paese.
A proposito: ricordate che nel nostro pezzo sulla finale ci chiedevamo se ce l’avrebbe fatta a superare l’infortunio per tempo? Parrebbe di sì.
Cristo Gonzalez e il numero 33
Non sappiamo se lo ha fatto apposta oppure se è un caso, ma ovviamente ci piace pensare che sia proprio per scelta, che il numero di maglia che Cristo Gonzales si è scelto una volta approdato all’Udinese nel 2019 sia il 33.
Gli anni di chi? Non ancora di QUESTO Cristo, dato che il ragazzo è un classe 1997. Potremmo dire che si porta avanti, questo attaccante, ora in prestito al Real Valladolid proprio dalla squadra di Udine dopo che in Friuli non aveva, diciamo così, lasciato un segno indelebile.
Ci chiediamo se, una volta compiuti 34 anni, penserà di cambiare numero.
La domanda è una: non ha paura di portarsi un po’ sfiga? Buon per lui e per chi non crede a queste medievalate, noi comunque un paio di gesti apotropaici abbiamo deciso di metterli a segno per lui.
Massimo Oddo e il numero 44
Se non vi ricordate il numero di maglia di Massimo Oddo, storico difensore del Milan e ora allenatore del Padova, nonché Campione del Mondo nel 2006, non fa niente, dato che siamo qui per questo.
Il buon Massimo giocava con il numero 44. E voi ora vi starete chiedendo: “Embè?”.
Bene: quanto fa quaddro più quaddro? No, non ci siamo rincitrulliti, lo scriviamo così altrimenti la battuta rischia di non farvi ridere a sufficienza, quando invece noi ci teniamo. E sicuramente anche Oddo, visto che la pensata l’ha avuta questo arcigno ex difensore pescarese.
Se la risposta vi ha strappato almeno mezzo sorriso, se avete pronunciato quel numero come lo pronuncerebbe mister Antonio Conte, allora siamo sulla stessa barca e potere continuare alla scoperta di altri numeri buffi o anche solo curiosi!
Fabio Gatti e un altro storico numero 44
Se, leggendo il nome, avete pensato che il suo numero sarebbe potuto essere il 4, vi siete sbagliati: lui stesso ha dichiarato che lo avrebbe voluto ma ha poi pensato di scartarlo perché “4 gatti metteva tristezza”. I gatti poi, in campo, sono almeno 22, quindi ciao.
Cosa avrà mai pensato di citare, il buon Fabio Gatti? Lo Zecchino D’Oro: quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, si unirono compatti in fila per sei col resto di due. Le code arrot… OK, SICURAMENTE AVETE CAPITO, non c’è bisogno di cantarla tutta!
Certo, ha ammesso poi che la sua scelta è stata un filo pilotata dai suoi compagni di squadra: non gli avrebbero reso la vita facile finché non avesse scelto di portare sulla schiena “GATTI – 44”.
E questo buon centrocampista, con un passato in Serie A tra Perugia (sua città natale) e Napoli nei primi anni ’00 lo ha fatto, dimostrando di voler strappare un sorriso sugli spalti e a voi che leggete queste righe.
Marco Fortin e il numero 14
Qui c’è del genio, ve lo scriviamo subito. Dell’autentico genio. Marco Fortin ha dichiarato che fin da bambino era molto legato a questo binomio cognome-numero e lo ha sempre sfruttato.
Normale, quindi, che quando c’è stato da scegliere il numero di maglia per il suo ruolo di portiere, il ragazzo che muoveva i primi passi (e i primi balzi) tra i pali delle giovanili dell’Inter, per poi contribuire alla promozione in Serie A del Siena e farsi notare nella massima serie anche a Cagliari, abbia scelto il 14.
Se ancora fissate lo schermo “come un vitello che guarda una porta colorata” (modo di dire serbo per il quale ringraziamo la nostra amica Nat), provate un po’ a pronunciare il numero 14 in inglese e tutto vi si farà chiaro. Parlavamo o non parlavamo di un binomio nome-numero. Eccoci qua!
Yado Mambo e il numero 5
Quando il buon Yado Mambo ha deciso per il suo trasferimento all’Ebbsfleet i tifosi della squadra del Kent sono impazziti, perché subito si sono ricordati di un grande successo di Lou Bega del 1999, che riprendeva una canzone del 1952 di Perez Prado.
La canzone era “Mambo no. 5” e dagli spalti non vedevano l’ora di cantarla. La società ha detto sì, il calciatore ha detto sì e pure l’uomo del monte ha detto sì: ecco perché a Mambo hanno dato la maglia numero five (sebbene solo per poche partite).
Non solo: l’intento era anche benefico, dato che, una volta messe in vendita le magliette di Mambo 5, l’intero ricavato è stato devoluto a una associazione per la ricerca contro il cancro.
Bravo Yado, peraltro non molto fortunato dal punto di vista calcistico, visto che la sua onesta carriera di pedatore nelle serie minori inglesi si è interrotta nel 2017, a soli 26 anni, a causa di un brutto infortunio.
Un gesto simpatico, però, il suo, che fa divertire gli spettatori e riesce anche a dimostrarsi molto utile: cosa volere di più da una maglia di calcio?
Luis Carlos Almeida Da Cunha (per tutti: Nani) e il numero 7
Lo conosciamo tutti piuttosto bene, questo centrocampista votato all’attacco classe ’86 di origini capoverdiane: quest’anno lo abbiamo visto tentare di mantenere in Serie A il Venezia.
L’Italia deve essergli rimasta nel sangue, dato che qualche anno prima aveva invece militato nella Lazio. Una volta sbarcato a Formello, nel 2017, aveva scelto… La maglia numero sette.
De Gregori in sollucchero, dato che anche il suo Nino, nella canzone “La leva calcistica della classe ’68”, quest’altr’anno giocherà con la maglia numero 7.
Ma Nino non è Nani, per quanto stia a un passo da un capolavoro nominale; capolavoro sfiorato da De Gregori ma messo in campo sulle gloriose spalle di Nani, che si è caricato sulla schiena da Pisolo a Dotto e ha guardato Biancaneve dritto negli occhi ogni volta che segnava uno dei suoi (circa) 90 gol in carriera.
“Nani cammina che sembra un uomo…”
Stefano Sensi e il numero 5
Il piccolo centrocampista dell’Inter, nel 2021/22 passato in prestito alla Sampdoria, ai tempi del Cesena fece una scelta “di campo”.
Anche qua, forse non è corretto parlare di “scelta”, perché magari è stato un caso, però via, che bel caso: se di cognome fai “Sensi” è bello che il tuo numero di maglia sia il 5.
Tanto che la scelta del numero, dopo che nei passaggi in nerazzurro e in precedenza al Sassuolo fu sostituita da quella del 12, è stata riproposta in questi mesi passati dal centrocampista (bravo tecnicamente ma decisamente fragile di ossa, va detto) sotto la Lanterna genovese.
Vista, udito, olfatto, tatto e gusto: come non pensare ai gloriosi cinque sensi? Chi lo sa se il giocatore della Nazionale Italiana lo ha fatto… Con senso, oppure se davvero sia frutto del caso.
Ci piace attribuirgli una scelta ponderata della maglia numero cinque e passare senza indugio al prossimo giocatore!
Ivan Zamorano e il numero 1+8
Qui si sfiora il genio, a meno che non si decida tutti insieme, in redazione, di attribuire del genio vero e proprio a Ivan Zamorano.
Mettiamola ai voti. Ok, è stato un plebiscito: Ivan Zamorano, professione: GENIO.
“Bam bam” Zamorano è stato un attaccante cileno, noto soprattutto per essere in forza all’Inter nei gloriosi anni in cui Ronaldo (l’unico, il solo, l’originale) splendea. E si accaparrava a buon diritto la maglia che fa di un attaccante il bomber di una squadra, ovvero la numero 9.
Fin qui tutto bene.
Ma il cileno desiderava avere un 9 sulle spalle, costasse quel che costasse. La soluzione, una tra le più pregne di inventiva nella storia del calcio, fu la seguente: prendere la 18.
Beh, ma la 18 mica è la 9, direte voi. E direste bene, se non fosse che, IL GENIO, tra l’1 e l’8 fece apporre un piccolo segno “+”. Ora, se l’aritmetica non è un’opinione (e purtroppo non lo è), la somma è davvero semplice da fare e ci porta… Al 9.
Divertentissime le foto che riprendono l’abbraccio tra i due dopo qualche gol, dato che vediamo un bel “Ronaldo 9” e accanto “Zamorano 1+8”.
Niente da dire, niente da fare: in una ipotetica classifica dei più geniali e bizzarri numeri di maglia mai circolati sulle spalle dei giocatori, Bam Bam Zamorano starebbe sul gradino del podio più alto.
Tanto che negli anni successivi altri giocatori (anche in serie molto minori) hanno replicato lo stratagemma dell’addizione, come omaggio al bomber cileno.
Qualche altro curioso numero di maglia
Noi vi abbiamo citato i nove numeri di maglia più bizzarri mai stati in circolazione, ma ovviamente ce ne sono altri, non altrettanto spettacolari ma comunque meritevoli di citazione.
Dal comparto “giocatori che giocano in un ruolo con un numero che da quel ruolo si distacca” troviamo per esempio Kallon, attaccante che all’Inter non ha mai amato i numeri da attaccante, ma che ha tenuto la barra dritta per tutta la sua carriera, ignorando i 9 e optando per i 3.
Certo, normalmente si tratta di un numero da difensore, ma per Kallon si trattava di un portafortuna, ergo addio numeri da attaccante!
Poi abbiamo tutta una schiera di portieri che hanno preferito giocare con numeri diversi dalla classica maglia numero 1 di chi ha fatto della vita al palo un’abitudine.
Da Soviero (numero 7) a Viviano (portiere numero 2, “perché la 1 era occupata!”), passando per Lupatelli (che indossava nientepopòdimenoche la numero 10: avete mai visto un dieci in porta?!). Impossibile non citare, tra i portieri, il grande Rogerio Ceni, maglia tra i pali numero 01.
Così come, andando indietro nel tempo, indossò la numero 1 (anche se non per scelta: l’assegnazione dei numeri era in rigido ordine alfabetico) anche un grandissimo centrocampista, l’argentino Osvaldo Ardiles, campione del mondo con la albiceleste nel 1978.
E, a proposito di zeri, giusto citare anche il centrocampista marocchino Zerouali, che, quando approdò all’Aberdeen, decise di giocare con la maglia numero 0.
La federazione di calcio scozzese non la prese benissimo, e dall’anno successivo la possibilità di portare questo numero sulle spalle fu vietata. NOIOSONI!
Speriamo che questo articolo vi abbia divertito almeno quanto ha divertito noi scriverlo, aiutandovi a staccare un attimo dalle “normali” scommesse sul calcio e sulla Serie A!
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